COSENZA. Per la capacità di raccontare la Calabria autentica oltre i confini regionali attraverso le produzioni agroalimentari locali e di qualità, combinazioni gustose nelle ricette dei panini genuini e sanizzi che più volte Vanity Fair e anche Forbes hanno riconosciuto tra le migliori esperienze del gusto. Soprattutto per aver saputo ancorare la capacità d’impresa alle radici del territorio. – È, questa, in sintesi, la motivazione del Premio Calabria Arte 2023 riconosciuta ai soci fondatori di MI’NDUJO, la rete del cibo calabrese veloce, territoriale e di qualità in occasione della 32esima edizione dell’evento promosso dalla Pro Loco di San Marco Argentano. – A ritirare il prestigioso riconoscimento sono stati nei giorni scorsi Marco Zicca e Roberto Bonofiglio che anche a nome di Ornela Nokaj ed Eugenio Romano, soci dell’esperienza imprenditoriale con sedi a Cosenza e Roma, hanno ringraziato gli organizzatori per il riconoscimento al progetto.
La nostra mission aziendale – hanno sottolineato, ritirando il Premio – resta ancorata al rifiuto metodologico e concettuale della oicofobia. Siamo grati alla nostra terra, non ci vergogniamo delle nostre origini e siamo anzi convinti che la via strategica e manageriale dell’identità resti la sola percorribile e vincente per fare della nostra terra un’occasione competitiva per tutti, a partire da quanti hanno già deciso di restarvi o di ritornarvi o comunque di investirvi per crescere e condividere impegni, visioni, ambizioni, sorrisi e ricchezza condivisa.
Grazie al sostegno ed all’entusiasmo di quanti ci scelgono ogni giorno – hanno aggiunto Zicca e Bonofiglio – MI’NDUJO continua a sovvertire il tabù di una Calabria che sa solo lamentarsi. E lo facciamo partendo proprio dalla valorizzazione del Made in Calabria di qualità. La sorpresa reale è che non solo questo format riscuote successo tra i nostri clienti ma che continua a trovare ottima sponda nelle tantissime aziende e realtà produttive partner che credono in noi e nel valore dell’economia circolare, dell’educazione e della sovranità alimentare. Così ad esempio – raccontano – è stato per la scelta, voluta e cercata con caparbietà e controcorrente, di non sostituire all’interno dei nostri panini identitari la pancetta sicuramente meno conosciuta del guanciale più alla moda. Abbiamo preferito la nostra identità, la nostra qualità ed il futuro della nostra regione.
Comunicato stampa