Ho inviato una comunicazione ufficiale all’Assessore Regionale all’Agricoltura, l’avvocato Gianluca Gallo, per chiedere informazioni sulla situazione della centrale idroelettrica del torrente Cino in agro di Corigliano-Rossano.
Sin dall’inizio del mio mandato, infatti, ho ricevuto una serie di sollecitazioni da parte degli agricoltori della zona di Ogliastretti nel Comune di Corigliano-Rossano i quali mi che segnalavano una drastica riduzione di risorse idriche che fino a qualche anno fa non avveniva. Un problema che si verifica da quando è in funzione la centrale idroelettrica del Torrente Cino.
A quel punto, acquisita tutta la documentazione, ho provveduto a consegnarla a un geologo al quale ho chiesto di produrre una perizia in merito. Dalla relazione prodotta emerge chiaramente, confrontando i raffronti tra quanto previsto dal progetto originario e quanto, invece, posto in essere e attualmente in funzione, che la centrale, oltre ad effettuare la captazione dal Cino delle acque superficiali, va a captare anche dalla falda acquifera di subalveo. Il che non è previsto né dal progetto “Concessione prelievo acque superficiali Torrente Cino” né dalla Concessione stessa, dove è espressamente citato “derivate dal Torrente Cino” e non captate dalla falda idrica di subalveo.
La captazione delle acque della falda idrica di subalveo comporterebbe, dunque, la mancata alimentazione delle falde idriche a valle, da cui attingono i pozzi delle aziende agricole della zona, i cui diritti devono essere salvaguardati. In relazione all’entità del prelievo, la portata superficiale del Cino non soddisfa il fabbisogno indicato in progetto causando l’assenza del deflusso minimo vitale. Tale inadempienza, soprattutto, viola quanto indicato sia in progetto che in Concessione e rappresenta un grave danno alla biodiversità dell’area Natura 2000 in cui il torrente Cino rientra. In questo caso la legge prevede la decadenza dal diritto di derivare ed utilizzare l’acqua pubblica per inadempimento delle condizioni essenziali della derivazione ed utilizzazione.
A causa di tali gravi difformità avevo chiesto alla Regione Calabria, all’Anbi e alla Provincia di Cosenza (con una Pec datata gennaio 2020) che venisse immediatamente revocata la concessione per lo sfruttamento delle acque del torrente Cino in funzione della Centrale idroelettrica. Le discrepanze e le violazioni evidenziate nella perizia che ho allegato allora alla richiesta, comporterebbero seri danni all’ambiente e lederebbero i diritti degli agricoltori. Pertanto, tali inadempienze, a mio avviso, condurrebbero necessariamente alla revoca della concessione per come indicato all’art 5 del disciplinare allegato alla Concessione stessa, che recita: «Condizioni particolari cui dovrà soddisfare la derivazione. La concessione è accordata entro i limiti di disponibilità delle acque e fatti salvi i diritti di terzi. L’amministrazione concedente, potrà in qualunque tempo revocare la concessione in tutto o in parte qualora, a suo insindacabile giudizio, essa risultasse incompatibile con superiori ragioni di interesse pubblico e con l’equilibrio tra il prelievo e la capacità di ricarica dell’acquifero».
Nella richiesta di ritiro della concessione avevo chiesto, contestualmente, anche di conoscere se la Provincia prima e la Regione poi abbiano eseguito, nel corso del tempo, i relativi controlli per verificare se venisse garantito il flusso minimo vitale dell’acqua del torrente, utilizzato anche dalle colture. Da allora non ho ottenuto nessuna risposta mentre i problemi permangono. Credo che un assessore all’Agricoltura non debba fare solo da cassa gestendo i soldi arrivati grazie all’Europa e al Governo o difendere il Crea che tanti problemi ha causato nel passato e causa ancora agli agricoltori. Credo, piuttosto, che debba occuparsi dei problemi reali dell’agricoltura, della mancanza d’acqua che gli imprenditori continuano a manifestare, del funzionamento dei consorzi Dop e Igp per risolverne i problemi. Capire cosa non va, soprattutto, e trovare soluzioni a tutti quei problemi che hanno portato alla crisi agrumicola che attanaglia la Calabria. La questione delle centrali idroelettriche e del Cino sono l’emblema del suo immobilismo su alcune delle questioni chiave per l’agricoltura calabrese. Spero che ora l’Assessore Gallo dia mandato agli uffici di provvedere a effettuare un serio controllo e intervenire per risolvere questa grave situazione che a Ogliastretti ormai permane da troppo tempo causando danni a una zona di produzione di eccellenza della Sibaritide. Ma, in generale, spero che si attivi e dia quelle risposte tante attese da tutto il comparto.
Comunicato Stampa di Rosa Silvana Abate (Senato – Gruppo Misto – Capogruppo Commissione Agricoltura)