Con le riaperture e la ripartenza del settore turistico, molti viaggiatori stranieri non potranno venire a visitare le meraviglie turistiche, naturalistiche, e archeologiche della nostra Provincia perché poi non potrebbero fare un PCR per poter ripartire per tornare nei loro Stati di origine. Stessa cosa per i tanti residenti della Provincia che non potranno visitare quelle località estere che richiedono un molecolare o le due dosi di vaccino. Una vicenda strana e paradossale perché quella di Cosenza è la Provincia più grande e fa da sola quasi la metà degli abitanti della Calabria).
Ci sono Catanzaro, Crotone, Vibo con 2 laboratori, Reggio (compresa la Piana di Gioia Tauro e la Locride) ma la grande assente è proprio la Provincia di Cosenza. È così che anche molti calabresi residenti all’estero per motivi di lavoro o di studio che sono venuti a fare visita ai propri familiari, per ripartire e tornare, ad esempio, in Francia o Spagna, sono dovuti andare a fare un tampone molecolare in Provincia di Matera o in quella di Crotone con tantissimi disagi dovuti alla distanza. Sappiamo tutti che in Italia le Asp, per legge, possono sottoporre a tampone molecolare solo le persone che hanno avuto contatti con positivi o soggetti che manifestano i sintomi del Covid-19. Le Asp non possono fare tamponi PCR a chi si sposta per motivi di turismo o per questioni non derivate dal tracciamento dei contagi o dalla sintomatologia del Covid-19. L’intervento dei laboratori privati avrebbe potuto rappresentare un aiuto non da poco per tutti i residenti della Provincia. Questo deficit, soprattutto, sta creando una grave discriminazione sociale ed economica per tutti gli imprenditori turistici e per tutti i lavoratori della filiera. Una Calabria che, ancora una volta, viaggia a diverse velocità. Molti studi medici e laboratori hanno le attrezzature per fare il PCR ma non sono autorizzati dall’ASP di Cosenza. Fiavet Calabria, una delle associazioni che riunisce le agenzie di viaggio, aveva sollecitato la questione ed è mia intenzione creare una intermediazione con le imprese e la categoria di settore per arrivare alla soluzione del problema. Per questo motivo presenterò una interrogazione parlamentare al Ministro della Salute Speranza affinché si faccia piena luce sulla vicenda.
Sen.ce Rosa Silvana Abate
Senato Gruppo Misto
Capogruppo Commissione Questioni Regionali
Capogruppo Commissione Agricoltura