Qualche settimana fa, abbiamo avuto modo di leggere le dichiarazioni dell’assessore regionale alla mobilità, Emma Staine, in riferimento alla da Lei annunciata intesa che sarebbe intercorsa tra «Società del Gruppo Fs» e Simet, con tanto di ringraziamenti rivolti al ministro Salvini perché sarebbero stati «preservati tutti i posti di lavoro».
La notizia è approdata anche tra le colonne dell’edizione del 27 ottobre u. s. di «Gazzetta del Sud», tre le quali si scorge un tratto secondo cui detto accordo avrebbe dovuto «garantire il reintegro di tutti i lavoratori licenziati e la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali scongiurando nuovi licenziamenti». Non serve andare oltre per offrire qualche osservazione in merito, specie alla luce del recentissimo comunicato su di un accordo raggiunto tra Trenitalia e Simet. Giova intanto ricordare che l’assessore Staine, dal canto Suo, parlava di preservazione dei posti di lavoro, evidentemente dimenticandosi del fatto che ben 38 lavoratori furono licenziati ben oltre un anno fa per effetto di quella procedura collettiva in ordine alla quale avevamo interessato la politica regionale, senza tuttavia alcun riscontro. Non si comprende, quindi, l’euforia dell’Assessore nel ringraziare il ministro Salvini come se stesse traghettando chi è già stato licenziato verso nuovi orizzonti di lavoro, anche perché, dalla lettura della stringata notizia sul raggiunto accordo Trenitalia/Simet, appare invece evidentissimo che chi è stato oggetto del licenziamento collettivo non rientra nei piani dell’operazione di affitto di ramo di azienda, qual è quella conclusa tra le due società. Quanto all’intesa in sé, sulla quale ci era parso vi fossero premure di riservatezza che evidentemente tali non erano, attese le moltissime indiscrezioni circolate sull’operazione ben prima che fosse conclusa, registriamo e segnaliamo come essa sia nata senza la partecipazione, almeno sotto il profilo informativo, di una compagine importantissima per la salvaguardia dei lavoratori (anche in tema di tutela delle quote rosa), ossia il sindacato. Non riusciamo a comprendere chi e come – e con quali clausole, soprattutto – si sia premurato di tutelare le risorse umane di Simet, complessivamente intese, ossia licenziati e non. I nostri interrogativi li porremo sul tavolo dell’incontro che abbiamo chiesto di realizzare a seguito della informativa, che solo ieri abbiamo ricevuto, postuma degli eventi che hanno condotto all’intesa, i contenuti della quale ci risultano tuttora ignoti. Possiamo fermarci qui, non essendo di nostro interesse esercitarci in inutile retorica che, al pari delle autocelebrazioni alle quali stiamo assistendo, risulterebbe patetica almeno.
comunicato stampa