Aeroporto nella Sibaritide, Mazza (CMG): “Solo visioni distorte potrebbero concepirlo”

Nel deserto infrastrutturale che pervade la Calabria, frange politiche pensano a un quarto aeroporto. Una percezione del territorio regionale pari a quella del giardino di casa.

Lunedì 13 ottobre 2025

CORIGLIANO-ROSSANO. Il Comitato Magna Graecia interviene con fermezza nel dibattito sul presunto quarto scalo aeroportuale in Calabria, una proposta che definisce una «boutade da campagna elettorale» persistente e fuori luogo. In una Regione già afflitta da un drammatico esodo demografico e priva di una visione d’insieme sull’intermodalità, l’idea di un’aviosuperficie nella Sibaritide è giudicata dal Comitato come l’ennesima dimostrazione di una “povertà di idee” politica.

Il presidente del Comitato, Dott. Mazza, sottolinea come l’attuale popolazione calabrese, poco superiore a 1,8 milioni di abitanti e in costante declino (stimata una perdita di ulteriori 100mila persone nei prossimi 10 anni), non giustifichi neppure i tre scali esistenti. «Se per giustificare un aeroporto a Sibari si auspica il tracollo dello scalo crotonese, o si azzarda un paragone con la Florida (22 milioni di abitanti e forte crescita), siamo a un punto di non ritorno della visione politica ed effettuale», dichiara Mazza.

L’analisi del Comitato si basa su un impietoso confronto con le altre Regioni del Mezzogiorno: la Campania (circa 5,6 milioni di abitanti) ha gestito per decenni quasi tutto il traffico con il solo Capodichino; la Puglia (4 milioni di abitanti) conta su Bari e Brindisi, con Taranto-Grottaglie pronto per il traffico civile. Persino l’attivazione dell’aeroporto di Taranto, con la sua lunga pista, potrebbe servire comodamente la dorsale del nord-est calabrese fino a Sibari, rendendo superflua ogni altra speculazione.

Viene richiamato il parametro ENAC, che stabilisce una base di almeno 400mila abitanti per un alveo di servizio aeroportuale. La Provincia di Cosenza è scesa sotto i 670mila residenti, di cui la maggior parte gravita intorno all’Area Urbana o sulla fascia tirrenica. La Sibaritide e l’alto Jonio, pur essendo importanti per la produttività, da soli non reggono i numeri, e i tempi di percorrenza per Lamezia Terme (che resta lo scalo di riferimento) saranno ulteriormente ridotti dalla velocizzazione della A2.

Il Comitato Magna Graecia ribadisce che il problema non è la mancanza di aeroporti, ma l’assenza di ricucitura territoriale. «Non bastano spocchiose esternazioni per concepire un quarto scalo, ci vogliono i numeri», tuona Mazza, auspicando invece investimenti urgenti su infrastrutture ferro-carrabili, come le direttrici a quattro corsie, il doppio binario ferroviario e l’attuazione dei treni shuttle di tipo metropolitano tra Sibari, Crotone e Lamezia. La Politica locale, conclude Mazza, sembra preferire “argomenti vuoti” e “atteggiamenti di pancia” a discapito di una governance sinergica e unitaria capace di guardare al futuro.

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