“La città non trova pace”. Questo l’amaro commento di Aldo Algieri, del movimento Liberi per Cambiare, all’indomani del nuovo arrivo in città della Commissione di accesso agli atti inviata dalla Prefettura di Cosenza. Si tratta infatti del secondo episodio a Corigliano, dopo quello del 2010 che sfociò successivamente nello scioglimento del consiglio comunale per condizionamenti da parte della criminalità organizzata. Ed è proprio partendo da quella data che Algieri inizia a lanciare le sue bordate, tutte dirette all’ex parlamentare Giovanni Dima e all’attuale sindaco Giuseppe Geraci.
Per quel che riguarda il primo, Algieri ne ricorda le parole all’epoca dell’arrivo della Commissione: «È ben accetta: questa Commissione arriva per chiarire i fatti dell’inchiesta giudiziaria “Santa Tecla”, ovvero le infiltrazioni mafiose all’interno del Comune e dell’Amministrazione comunale». In quella circostanza, “l’allora onorevole Dima – prosegue Algieri – forte dell’amicizia con l’allora sottosegretario al Ministero dell’interno Alfredo Mantovano che era venuto in città, non fece dimettere l’allora sindaco. Che, lasciato in seguito sia politicamente che personalmente da solo, ha pagato più del dovuto quella esperienza”.
E non è tutto. “All’epoca – va avanti l’esponente del movimento Liberi per cambiare – era presente in Consiglio comunale pure l’attuale sindaco Giuseppe Geraci, che mi aveva sostenuto al ballottaggio del 2009 sulla base di un patto per la legalità. Ma Geraci non disse una sola parola sull’accaduto, forse perché doveva pagare delle cambiali politiche a Dima…Oggi la storia si ripete. E i personaggi sono sempre gli stessi. Geraci è il sindaco che alla vigilia dell’arrivo della Commissione d’accesso antimafia ha affermato: «Che ben venga, è ben accetta», mentre Dima appoggia politicamente Geraci all’interno della maggioranza col suo gruppo consiliare di “Fratelli d’Italia”. Manca l’ex sindaco, cui a dire di Geraci vanno imputate ancora responsabilità per gli atti sequestrati dalla magistratura ordinaria che hanno coinvolto pure alcuni dipendenti comunali”.
Da qui l’invettiva contro il primo cittadino, invitato a spiegare alla città i motivi dell’arrivo della Commissione: “Se al Comune fosse tutto regolare – tuona Aldo Algieri – il Prefetto avrebbe mandato la Commissione d’accesso antimafia?”. Io mi auguro che sia tutto regolare, ma ciò, caro sindaco, non significa che tu sia politicamente capace, perché la città vive in uno stato di degrado socio-ambientale che è sotto gli occhi di tutti!”.
Algieri elenca poi alcuni “casi” su cui ritiene si debba fare piena luce. Tra questi la vicenda della Soget, l’appalto per la manutenzione della rete di illuminazione stradale e la vicenda del segretario comunale più volte oggetto di denuncia da parte dello stesso Algieri. “Sindaco – conclude – faresti bene a spiegare alla città cosa sta succedendo in Comune e finirla con la spavalderia ed il vittimismo. Dai risposte politiche, perché le tue querele di ieri e di oggi non intimidiscono nessuno!”.