L’alta velocità da Salerno a Reggio Calabria, fiore all’occhiello della modernizzazione infrastrutturale nel Mezzogiorno, rischia di restare incompiuta. Per realizzarla servono oltre 30 miliardi di euro, ma ad oggi ne sono disponibili solo 12,1. La cifra reale del fabbisogno – ben oltre quanto previsto in origine – emerge chiaramente nell’allegato infrastrutture al Documento di economia e finanza (ex Def) approvato dal Consiglio dei ministri.
Il problema è evidente: mancano oltre 18 miliardi. Una distanza economica che pesa come un macigno su quella che doveva essere l’opera simbolo per rilanciare il Sud, insieme al Ponte sullo Stretto.
Secondo i documenti, il tratto Battipaglia–Praia (a nord della Calabria) necessita di 17,5 miliardi. Le risorse disponibili coprono il tratto Battipaglia–Romagnano e gran parte del Romagnano–Praia. Per completare quest’ultimo mancherebbe un ulteriore miliardo. In corso anche il raddoppio delle gallerie tra Paola e Cosenza.
L’unico lotto interamente finanziato con fondi europei (Pnrr) è quello in Campania, mentre i circa 9,4 miliardi restanti provengono dal Fondo complementare nazionale. Si tratta di risorse teoricamente più “flessibili”, non vincolate alle scadenze europee del 2026, ma comunque insufficienti per estendere il tracciato fino allo Stretto.
Il governo dovrà decidere in tempi brevi se e come reperire le risorse mancanti. Un passaggio politico e tecnico non semplice, che potrebbe pesare su una regione ancora penalizzata da tempi di percorrenza lunghi e connessioni deboli.
E se il versante tirrenico è in attesa di svolta, anche quello ionico non se la passa meglio. Per completare l’elettrificazione della linea jonica e della trasversale Lamezia–Catanzaro mancano 640 milioni. Un vuoto segnalato anch’esso nel Def. Intanto Rfi ha affidato i lavori per le tratte Sibari–Crotone e Crotone–Catanzaro Lido, con 438 milioni parzialmente coperti da fondi Pnrr.
Un piano imponente, ma frammentato, che per ora lascia il Sud a metà strada.
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