Le vicende legate alla prospettata nuova linea ad alta velocità ferroviaria tra SA e RC stanno assumendo caratteristiche che definire grottesche sarebbe un eufemismo. Si sta facendo una gran confusione su un fattore che vi dimostrerò non essere di poco conto. La futura linea dovrà essere semplicemente una AV o AV-AC? Spiego subito che la differenza tra le due proposte è che, nel primo caso, la predisposizione al transito è riservata ai soli treni viaggiatori. Nel secondo, invece, è estesa la percorrenza ai treni merci.
Orbene, se un chilometro di tipologia AV può costare dai 20 ai 25Ml€, nella seconda opzione tale costo può lievitare fino a 60Ml€. Ancora, la confusione più totale è suffragata dalla lotta all’ultimo campanile sul tracciato che questa dovrà percorrere. Sarà affiancata alla linea tirrenica storica o dovrà effettuare una chicane all’altezza di Praia rientrando nell’area valliva per poi raggiungere nuovamente il Tirreno a Lamezia? Partiamo dal presupposto che l’attuale linea tirrenica, tra Lamezia e Praia, è già stata adeguata al passaggio dei treni merci. Parimenti la linea che da San Lucido arriva a Sibari per proseguire lungo l’Adriatica. In funzione di questo, le linee storiche sopportano il peso assiale dei treni merci. A questo punto mal comprendo per quale motivo, almeno nella tratta indicata, la nuova linea veloce dovrebbe essere predisposta al transito merci. Atteso che quest’ultime non hanno necessità di correre a 300km/h, mentre le persone si.
Tanto meno regge il fatto che si debba proseguire oltre Praia il tracciato della nuova linea affiancato a quella esistente per due ordini di motivi. Il primo è che bisognerebbe demolire buona parte dei Centri attraversati, il secondo è che le caratteristiche orografiche di costa sulla tirrenica non sono quelle della jonica con ampie distese pianeggianti fronte mare. Quindi, a meno che non si voglia valutare un tunnel da Praia a Falerna o una sopraelevata sul mare, la vedo operazione non perseguibile. Se non per lanciare fumo negli occhi delle popolazioni tirreniche e comunque per allontanare sempre più l’area jonica sibarita e crotonese da un agognato processo di emancipazione. Così come è assurdo allungare di 50km il percorso di una linea ad Alta Velocità rispetto a quella storica. Il tempo recuperato dalla maggiore velocità dei convogli si perderebbe nel dilatato aumento dei chilometri da percorrere. E non regge neppure il fatto che il tunnel per raggiungere l’area valliva debba essere fatto a Praia per bypassare il parco del Pollino. Vorrei ricordare, anche a quei Candidati che, convintamente, dichiarano di aver portato, per il taramite dei rispettivi schieramenti, l’Alta Velocità a Sibari, (dimostrando solo per questo di vivere su Marte) che i monti della Catena Costiera sono parte integrante del Parco. Quindi se tunnel deve essere (perché altri sistemi non esistono per raggiungere Tarsia), tanto vale si faccia meno impattante e, soprattutto, meno esteso.
Ed ancora, l’area jonica vogliamo tenerla a qualche conto? Oppure i 400mila abitanti sparsi tra la Sibaritide ed il Crotonese dovranno continuare a viaggiare con il calesse? Ecco questi sono alcuni degli interrogativi a cui gli schieramenti di CSX, CDX, e M5S dovrebbero rispondere. Senza tergiversare in sterili ed ampollosi dibatti che i loro Candidati del collegio uninominale Camera Co-Ro-Kr portano avanti nella più spenta ed apatica campagna elettorale che la storia dell’uomo abbia mai conosciuto. E siccome nessuno ha il coraggio di dirlo perche sembra quasi come macchiarsi della colpa di lesa maestà nei riguardi degli equilibri cari ai centralismi, lo dico io. Il giusto compromesso alle esigenze tirreniche, vallive e joniche è una linea con caratteristiche di sola AV nella tratta Lagonegro-Lamezia che segua, pedissequamente, il tracciato della A2 (naturalmente ad una quota inferiore nei tratti del Pollino e della valle del Savuto).
Pertanto, una volta arrivati a Praia e garantita la connessione con la linea storica, il tracciato AV dovrebbe perforare il Pollino nella sua parte centrale proseguendo verso il previsto nodo di Tarsia, fondamentale per le esigenze joniche di connessione veloce. Con il risparmio degli investimenti preventivati e del minor chilometraggio si potrebbero predisporre, immediatamente, i deviatoi sulla jonica all’altezza di Corigliano-Rossano e Scanzano Jonico per garantire l’immissione diretta sulle bretelle Sibari-Cosenza e Metaponto-Battipaglia. Così come predisporre la migliore progettualità per avvicinare la linea ferrata alla scalo Pitagora. Ed ancora la creazione di una metro di superficie e contestuale AVR (Alta Velocità di Rete) tra Crotone e Taranto che metta in connessione tutti i nodi intermodali in linea di costa (porti di Corigliano-Rossano e Crotone, aeroporti di Crotone e Taranto) con raccordi ferro-gomma nei principali snodi di pendolarismo. Solo così tutta l’area da Crotone verso nord sarebbe veramente servita.
Ed allora si mettano da parte finti ambientalismi di facciata e improponibili progetti finalizzati a soddisfare egoismi sciocchi e puerili. Si eviti, ancora, di generare fiumi di note stampa scritte su imposta dettatura di compiacimento agli apparati politici di riferimento. Si comprenda, piuttosto, che un investimento di circa 10Ml€ (tanto si prevede per la realizzazione della nuova AV), può avere giustificazione se tutto il milione e ottocentomila abitanti della regione Calabria potrà essere, realmente, messo in condizioni di usufruire dell’opera. E non solo una parte dei suoi abitanti che, fra le alte cose, sono quelli, storicamente, più privilegiati per aver goduto degli investimenti fatti in questa iniqua Regione. Altrimenti il gioco non sarà valso la candela. E soprattutto l’Arco Jonico non avrà mai riconosciuto il sacrosanto diritto alla mobilità.
Domenico Mazza – indipendente
Candidato Collegio camerale uninominale CO-RO-KR per la federazione Azione-Italia Viva.