ALTOMONTE. Ntà Vaneddra, A Chianca, Sor Palmieri, U’Bannista, Peppe i Marru, i Francesi, U’ Mastru, U’ Nutaru, I Riminizzi, A’Grutta, U’Cantiieri. Sono, questi, alcuni dei punti cardinali di un viaggio emozionale che da domani, venerdì 15 e per tre giorni, fino a domenica 17 dicembre, collegherà tra loro i tanti scantinati di quello che può essere considerato un presepe permanente. L’appuntamento è con CATUI APERTI.
Sono 14, una per ogni covo del gusto, le ricette della tradizione che saranno proposte all’ospite: dai maccarruni, al soffritto di maiale, dalla pasta e fagioli, allo spezzatino di vitello, dalle lagane e ceci, alla porchetta, alla trippa e patate. Ci sono anche i broccoli e salsiccia, i dolci tipici e le crespelle, il caffè ed i liquori del territorio, le costine, i rascatieddri al ragù, i pani chiini, la zuppa di ceci e funghi, pane, pitte e panzerotti, baccalà, zafarani cruschi, coriandoli di cotiche, uovo al tartufo.
Ci sarà anche il catuio solidale dei Maccabbuni, organizzato dall’Associazione di beneficienza La Terra di Piero, dove ragazzi dai bisogni speciali, bravissimi nella preparazione dei maccheroni e fusilli offriranno le loro specialità. Lo chef Romano Andrea Palmieri cucinerà la pasta Pirro alla maniera romana e Don Carmelo dalla Sicilia, i piatti della tradizione della cucina della Trinacria. L’Intellettuale sarà il catuio invece dedicato alla lettura e alle poesie.
Comunicato stampa