«Il mercato, per noi, è l’unica fonte di guadagno – afferma Antonio Ferraro, presidente Ana Ugl della fascia jonica cosentina – continuiamo ad ascoltare le promesse del Governo, ma di aiuti ci arrivano solo le briciole che non ci consentono di far fronte a tutte le spese».
Alcuni ambulanti, tra l’altro, non rientrano tra i beneficiari dei ristori che, allo stato attuale, coprono circa il 5% della calcolata perdita annuale: «Diteci voi – prosegue Ferraro – cosa riusciamo a fare con 2mila euro su una perdita di 40mila». L’ambulantato, che su scala nazionale rappresenta il 2% del Pil, come rileva Ferraro, nella Sibaritide comprende circa 500 soggetti, la maggior parte dei quali mono reddito, che deve far fronte ad un calo dei guadagni di circa l’80/90% rispetto agli anni precedenti. «Abbiamo ereditato questo mestiere dai nostri genitori – va avanti Antonio Ferraro – e lo portiamo avanti per sopravvivere. Dall’inizio della pandemia lavoriamo a singhiozzo e ci sono colleghi, soprattutto quelli solitamente impegnati in fiere e sagre, che sono fermi da un anno».
Da qui l’appello alle Istituzioni locali e al Governo: «Chiediamo ristori adeguati per sostenere le nostre famiglie e – conclude il presidente Ana Ugl della fascia jonica cosentina – chiediamo anche che i mercati vengano riaperti. Noi indossiamo sempre le mascherine e usiamo regolarmente i gel igienizzanti. La nostra, inoltre, è un’attività all’aria aperta che ci consente di rispettare appieno tutte le norme anti-covid, a cominciare dal distanziamento».