Banca San Paolo di Napoli condannata a restituire un importo pari a circa 73mila euro a un suo cliente che ha chiamato in causa l’istituto di credito per anatocismo. La pronunzia è stata emessa dal tribunale di Castrovillari in composizione monocratica, presieduto da Maria Francesca Di Maio. In sostanza la vittima aveva acceso più conto correnti bancari presso l’istituto di credito dal lontano 1985 e sugli stessi sarebbero stati capitalizzati fino a tutto il 2000 interessi passivi trimestrali e non annuali. Secondo l’ufficio di difesa, rappresentato dall’avvocato Giuseppe Straface, tale attività è da considerare una violazione in quanto la legislazione vigente impone una condotta di corretta e buona fede durante l’intercorso rapporto contrattuale.
Non è da escludere che la difesa, nei prossimi giorni, possa valutare l’ipotesi di una denuncia penale, in quanto sarebbero stati applicati anche interessi usurai, termini di prescrizione permettendo.
La banca, dunque, sarebbe andata ben oltre il tasso di soglia determinato di volta in volta dalla banca d’Italia.
L’istituto di credito rigettava le contestazioni, ragion per cui veniva nominato un Ctu al fine di accertare quanto l’assistito rivendicava nei confronti della banca. Dagli accertamenti il consulente ha riscontrato attraverso una attenta analisi degli estratti conto, l’ammontare delle somme pagate in eccesso dal correntista rispetto a quelle effettivamente dovute alla data di chiusura del conto.
Nelle ultime ore la pronunzia dell’organo giudicante.