In particolare, nell’agosto del 2016, a seguito di interdittiva antimafia emessa nei confronti della società affidataria del servizio di raccolta e gestione dei rifiuti solidi urbani nel territorio comunale, l’Ente locale richiedeva direttamente l’intervento di un soggetto terzo senza avviare le procedure previste dal codice degli appalti ed interpellare altre ditte, evidenziando la ritenuta sussistenza di inderogabili esigenze di ordine ambientale, di igiene e salute pubblica. Precostituendo, così, una artificiosa e fittizia situazione di rischio di emergenza sanitaria il servizio di raccolta dei rifiuti veniva quindi fraudolentemente affidato al soggetto favorito, omettendo di invitare altri operatori del settore. La scelta della nuova ditta di raccolta rifiuti, frutto di un accordo collusivo, avveniva in maniera riservata e diretta, in tempi rapidissimi, senza alcun tipo di evidenza pubblica, al fine di favorire l’affidamento diretto al soggetto individuato. L’affidamento diretto veniva poi prorogato e spezzettato con successive sei ordinanze, con indebito vantaggio da parte della società aggiudicataria di un importo pari a circa 1.400.000 mila euro.
Nel 2017 veniva infine bandita la gara pubblica, tuttora in corso, per l’affidamento del servizio di trasporto e gestione dei rifiuti. Al fine di impedire la reiterazione del reato e la possibile influenza della gara pubblica in corso, su richiesta della Procura della Repubblica, il Giudice per le indagini preliminari ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 5 soggetti tra imprenditori e pubblici funzionari. In particolare, nei confronti del sindaco è stata disposta la misura cautelare del divieto di dimora nei Comuni di Cariati, Rossano e Corigliano, mentre nei confronti del Dirigente dell’Area Tecnica del Comune di Cariati attualmente in carica, Giuseppe Fanigliulo, è stata disposta la sospensione dal pubblico impiego nonché l’obbligo di dimora nel comune di residenza.
Nei confronti dell’ex dirigente dell’Area Tecnica del Comune di Cariati Adolfo Benevento, ora in pensione, il Gip ha disposto il divieto di dimora nel comune di residenza. Nei confronti di due soggetti rappresentanti la società favorita in sede di affidamento diretto (Antonio Fusaro, 48 anni; Cristoforo Arcovio, 69 anni) è stata disposta l’interdizione dall’esercizio dell’attività d’impresa e l’obbligo di dimora nel comune di residenza.