In Calabria si può ancora lavorare e predisporre diversamente le strutture, puntando a ripristinare posti negli ospedali periferici, strategia usata dall’Emilia Romagna, giocando d’anticipo e considerata la situazione relativamente sparsa della nostra popolazione e sopratutto su quelle aree montane che possano rappresentare un vantaggio per abbassare la curva di contagio.
Il piano e le parole della Santelli ci lasciano alquanto perplessi .
Bisogna puntare sui sindaci ed aiutarli ad approntare le tende pretriage, e risanare gli ospedali muniti di attrezzature per la rianimazione, come Trebisacce, Cariati, San Giovanni ed Acri.
Non diciamo munirsi di una Giunta come successo in Emilia nell’immediatezza delle elezioni, ma almeno nominare una cabina di regia con un epidemiologo ed almeno un intensivista di chiara esperienza, con l’impegno diretto delle nostre università (tra facoltà di medicina di Catanzaro e biologia Unical abbiamo ottime intelligenze cui far ricorso).
Tutto ciò al solo ed unico fine di assicurare ai Calabresi un piano di intervento immediato, non abbandonandoci tutti alla speranza che vada tutto bene, in attesa che trascorrano 45 lunghissimi giorni senza aver potuto attrezzare i punti sanitari scelti dal protocollo della Santelli.
Sarebbe bastata l’utilizzazione del comune buon senso e chiedere consigli agli assessori o ai commissari delle altre regioni che stanno affrontando con maggiore cura il problema.
Chiediamo dunque che in questa situazione di estrema emergenza vengano immediatamente ripristinati reparti e macchinari di terapia intensiva, obbligatori in tutti gli ospedali muniti di sala operatoria e reparti di chirurgia e anestesia.
Vanno altresi chiamate all’opera le cliniche private munite di respiratori e reparti d’appoggio alle sale operatorie, se necessario requisendoli per ordine dell’autorità commissariale, mettendoli così a disposizione del pubblico. bisognava già partire prima, adesso siamo in notevole ritardo, ma quel che è’ certo è’ che appare fuori dalla realtà sentirsi dire che bisogna aspettare 45 giorni per la consegna, poi il montaggio e la messa in opera quando potremmo avere una prima realtà tampone già pronta ed attiva come successo, ripetiamo, nella più efficiente e pronta Regione Emilia Romagna.
Senza polemiche Signora Presidente, e con tutto il rispetto dovuto all’emergenza, la preghiamo accoratamente di dare una reale smossa alla situazione che non ammette ulteriori ritardi di un solo giorno, altro che 45.
Coordinamento Provinciale forum PD Cosenza