Dio non dorme! Ce lo ha ricordato il Santo Padre nella veglia di preghiera per il mondo, da piazza S. Pietro, risvegliando in me un antico ricordo legato al periodo in cui ero sacerdote fidei donum nel nord del Kenya.
Recandomi in un accampamento, per un momento di catechesi, ero afflitto e triste per alcune notizie che mi giungevano da casa, dall’Italia. Una povera donna anziana, persona dalla fede semplice e nuda, si accorse della prostrazione interiore leggibile sul mio volto, e mi chiese, aggrappata al suo bastone, perché fossi triste, facendo seguire quest’affermazione in swahili: “Padri usijali, Mungu asilali, Mungu anachunga mbusi yake”, in italiano: “Padre non essere preoccupato, Dio non dorme, Dio pascola il suo gregge”.
Il suo dire fu come musica, mi trasmise la certezza di una presenza fatta di cura e accompagnamento per la mia vita. Fu un vero e proprio annunzio evangelico, capace di comunicarmi fiducia e gioia, liberandomi dal delirio di pensare di avere sempre una risposta a tutto. Quella donna mi invitava ad affidarmi, ad avere fiducia, a sapermi consegnare al Signore della vita e faceva da eco al salmo 121:
“ Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto?
Il mio aiuto viene dal Signore: egli ha fatto cielo e terra.
Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode.
Non si addormenterà, non prenderà sonno il custode d’Israele.”
Oggi desidero fare mio quest’annunzio, e porgerlo al cuore di voi tutti, perché ciascuno possa accogliere quanto la Pasqua ci trasmette. Dio non si è addormentato su quella croce, non dorme nelle viscere della terra, non è assente dalla nostra vita, assiso nei cieli.
Dio non dorme !
Egli ha glorificato il suo Figlio chiamandolo a risorgere dai morti perché in Lui avessimo la vita.
Quella vita posta nel nostro essere dal soffio generatore di Dio ma che abbiamo trascurato, oltraggiato, mortificato, evaso con le nostre scelte autocentrate, impostate sul mito della sicurezza: un mito, un obiettivo di vita che ha caratterizzato l’esistenza di questi ultimi decenni, spingendoci alla ricerca di un benessere a tutti i costi. Un mito a rischio zero, un felice cammino verso la morte che ha addormentato le nostre coscienze, facendoci chiudere gli occhi su una politica non attenta al bene comune, sulla centralità dell’uomo in tutte le sue caratterizzazioni e differenze, sul rapporto con Dio, spesso marginalizzato a soprammobile sociale per le nostre feste di folclore. Un mito che ha condotto sull’orlo di un baratro.
Oggi, dinanzi al dolore e alla sofferenza, ci chiediamo dov’è Dio, perché non parla, ci ricordiamo di Lui nel momento del bisogno, ma non abbiamo voluto ascoltare i segni di un profondo disagio che la vita, il mondo, la natura ci hanno inviato, facendoci cogliere il rischio.
Dio non dorme !
Con la Pasqua Egli viene a svegliarci e, mediante il Risorto, ci prende per mano, perché si risorga a vita nuova. Egli ci parla e ci comunica la forza di grazia seminata dalla sua vita donata. Siamo chiamati a ritrovare la gioia del vivere, ricollocando il senso dell’esistere nella prospettiva di Dio. Morendo in croce Gesù ha innestato il cielo alla terra e la terra al cielo in una nuova alleanza, perché ciascuno ritrovi la gioia di un semplice vivere, la capacità di apprezzare la fedeltà al poco, sapendo ritrovarsi pellegrini e mendicanti di luce.
Ecco la veste pasquale che siamo chiamati ad indossare, ecco la nuova logica salvifica in cui entrare.
Queste giornate, cariche di dolore, ci portano a riflettere e a cogliere una molteplicità di considerazioni. Potremmo definirlo un tempo eloquente quello che stiamo vivendo, un tempo in cui, attraverso forme diverse, abbiamo riscoperto Dio e lo abbiamo visto in azione nella vita di tanti operatori sanitari e non, che si sono messi in gioco. Medici, infermieri, sacerdoti, soccorritori di vario genere sono morti, attestando il valore dell’altro e della vita stessa…
Dio non dorme !
La testimonianza di Gesù, la sua morte e risurrezione, ci additano con chiarezza un cambiamento di prospettiva con cui assumere una responsabilità nuova che capovolga la logica egoistica con cui abbiamo gestito il mondo, le nostre relazioni, il bene comune. Non è Dio che dorme! ma Sono i nostri cuori ad essersi addormentati. Nel risorgere dai morti il Cristo scende agli inferi per liberare coloro che dormono il sonno della morte. La tradizione ecclesiale vede nel risveglio di Adamo ed Eva, l’atto di liberazione con cui la risurrezione di Cristo riproietta l’umanità nella gloria di Dio, scardinando le porte degli inferi. L’immagine ci aiuta a comprendere come tutto questo oggi accade per noi. Gesù Risorto viene a strapparci dai sepolcri in cui abbiamo sigillato le nostre vite, strappandoci fuori dalle carceri dorate che ci siamo costruiti, per ridonarci la vita vera.
L’annunzio dell’Angelo: “Non è qui! È risorto!” ci aiuti a ritrovare quel coraggio e quella pace di cui necessitiamo per affrontare le sfide che ci attendono.
Nel congedarmi da voi, desidero farlo con un disegno realizzato da una bambina di 4 anni, Teresa, e la sua mamma. Hanno voluto consegnarmi un messaggio pasquale che mi è molto piaciuto per la sua semplicità e bellezza, ed ora lo condivido con voi.
Esso rappresenta una “nuova alleanza” (Pasqua) tra cielo e terra (arcobaleno) a cui si aggrappa il bisogno di leggerezza di Teresa, espresso con l’altalena attaccata all’arcobaleno, e nel gioco delle amiche felici, mentre il mondo, con un sorriso ritrovato, accoglie il dono dello Spirito. Come Teresa e la sua mamma, anche noi siamo chiamati a “cercare Dio e l’uomo con cuore umile e con intelligenza viva” (L. Verdi), per attestare percorsi di salvezza, ovvero cammini di fiducia, abbandono, amore, ospitando più vita nei cuori, correndo il rischio che da forma alla vita.
Giuseppe Satriano
Arcivescovo