Entro il 3 Novembre la Regione Calabria dovrà presentare al Ministero dello Sviluppo Economico l’elenco delle zone candidate alle agevolazioni della legge 181/89, ed in particolare ai fondi per le aree di crisi industriali.
Si tratta di fondi stanziati dal Governo per rilanciare territori che vivono crisi occupazionali a causa delle difficoltà dei settori industriali. Peccato che le scelte politiche del governo hanno escluso le aree con prevalenza di attività agricola, come se l’agricoltura non fosse – fra l’altro – un’industria e come se la prevalenza agricola cancellasse la crisi di interi settori industriali che sono ormai quasi scomparsi sulla nostra area territoriale.
Risultato? Cosenza e Castrovillari sono aree di crisi industriale non complessa e possono ricevere i fondi della legge 181, Rossano e Corigliano no, al pari di Cassano allo Jonio, come se le nostre grandi aree industriali non esistessero. Scorrendo i comuni abilitati dai geniali criteri scelti dal Governo si trovano, legittimamente, anche Cetraro, San Giovanni in Fiore, San Marco Argentano ed altri: in ottica di territorio generale è utile che anche piccoli presidi industriali possano essere agevolati, ma escludere Rossano e Corigliano è un atto balordo ed ingiusto, l’ennesimo nei confronti del nostro territorio.
Chiediamo alla Regione Calabria di farsi carico di un’azione urgente e decisa nei confronti del Ministero affinché i criteri vengano integrati permettendo la valutazione reale delle aree di crisi ed inserendo Rossano e Corigliano Calabro nell’elenco di aree candidate a ricevere i fondi.
Il nostro territorio merita di ricevere attenzione non soltanto in campagna elettorale, come sta accadendo tanto da parte del Governatore Oliverio quanto da parte dei vari emissari del Governo Nazionale, totalmente smemorati riguardo agli impegni assunti una volta raggiunta la poltrona, primo fra tutti il Ministro della Giustizia e campione di incoerenza Orlando.
Lo sviluppo di aree come la sibaritide rappresenta l’unica possibilità di uscita dalla crisi per un paese economicamente fermo ormai da un decennio.