Le notizie che stanno trapelando in queste ore rispetto alle indagini sull’incendio doloso all’attività balneare “Lulapaluza” dello scorso dicembre, nel mezzo del lungo mare di Rossano, non fanno che aumentare la nostra convinzione e confermare i nostri sospetti mai nascosti sul vile atto in questione.
Non ci interessa chi e quanti siano i sospettati, questi avranno modo di difendersi nelle modalità opportune, ma non riteniamo sia necessario aspettare gli esiti giudiziari di questa vicenda per rendersi conto del fatto che quelle delle aree (non) sociali è un bando completamente “farlocco”, come del resto abbiamo ripetutamente affermato già all’epoca della pubblicazione. Quanto sta trapelando in queste ore, infatti, nel peggiore dei casi non farebbe altro che aggravare le responsabilità politiche ed amministrative, già enormi, di chi ha prodotto un tale scempio.
Ricordiamo infatti che con questa oscenità camuffata da “valorizzazione”, il Comune di Rossano, sotto la giunta Candiano-Mascaro, ha di fatto regalato circa 10 mila metri quadrati di aree pubbliche, in zone di prestigio commerciale, a dei privati per fare business alle spalle della città. Il bando è durato praticamente due settimane, un termine ridicolo ed insufficiente per redigere la documentazione complessa necessaria per partecipare alla gara, penalizzando di fatto tutti coloro i quali – casualmente – non si trovavano già un progetto pronto da presentare. Era chiaro allora, è ancor più chiaro adesso.
Ricordiamo inoltre la tragicomica vicenda della busta trovata aperta durante la prima seduta della commissione di gara, una circostanza che aveva in un primo momento escluso il proponente e che ancora non trova nessuna spiegazione dal momento che il plico era stato protocollato chiuso (su questa vicenda abbiamo prodotto una interrogazione consiliare che è stata sistematicamente elusa dal Sindaco). Ricordiamo ancora che i vincitori di tali bandi erano già stati profetizzati, o forse sarebbe più opportuno dire trapelati, ancor prima che i termini per la presentazione delle offerte si concludessero.
Insomma, questa delle aree (non) sociali è una vicenda profondamente torbida, che abbiamo definito una delle pagine più disdicevoli della storia amministrativa della Città di Rossano, e se il Commissario vuole lasciare un segno positivo nella sua finora anonima comparsa nel comune di Corigliano-Rossano, dovrebbe provvedere a revocare in autotutela, senza tentennamenti, l’intera gara. Sarebbe anche un modo, a nostro avviso, per evitare che il nostro prestigioso comune rischi di essere coinvolto in un’altra, ennesima, vicenda giudiziaria.
È del resto l’ennesima indicazione del genere che inviamo al Commissario Bagnato ed al suo team commissariale, finora tutte inascoltate.
Così come è stata chiara l’indicazione che abbiamo inviato sulla questione del commercio abusivo sul territorio, un fenomeno che durante la gestione commissariale sembra essere sostanzialmente degenerato. Utilizziamo il termine “sembra” perché quello che abbiamo formalmente chiesto agli uffici di competenza nei giorni scorsi è proprio se nelle ultime settimane siano stati autorizzati nuovi posteggi di commercio ambulante nella città di Corigliano-Rossano, dal momento che abbiamo improvvisamente visto l’occupazione di marciapiedi, carreggiate e pensiline degli autobus, un fenomeno indecoroso di cui però sembriamo accorgerci solo noi. Un fenomeno che denota la totale mancanza di controllo del territorio da parte dell’Ente in un’area che difficilmente in passato aveva visto tanta anarchia e che per questo è profondamente preoccupante, perché laddove un Comune non controlla il proprio territorio, spunta sempre qualcun altro a sostituirlo. A noi non va bene.
Ci auguriamo che l’ufficio commissariale, piuttosto di occuparsi di presenziare inutilmente ad eventi di vario genere e di chiudersi a riccio, inizi a dare ascolto non tanto a noi, ma a tutti coloro che questo territorio hanno dimostrato di amarlo e di volerlo difendere col proprio operato quotidiano. Un operato che presenta certamente mille limiti, ma che è sempre realizzato con chiarezza e trasparenza, senza mai accontentarsi di quella mediocrità dilagante che ha caratterizzato la pubblica amministrazione nei decenni passati e dalla quale, purtroppo, sembra che ancora non ci siamo liberati.