di MARTINA FORCINITI
Ed ecco che la maggioranza degli italiani non si sente idealmente vicina ad alcun partito. E ad alcun ideologia, vien da dire, alla luce di un referendum – quello contro le trivelle del 17 aprile scorso – che ha visto solo il 26,70% dei calabresi esprimersi in merito, 415mila votanti su un milione e mezzo di elettori. Uno scenario desolante, una distanza degli elettori dal mondo politico che si riflette anche nel risultato delle elezioni regionali che hanno sancito la vittoria di Mario Oliverio: solo il 44,08% di votanti (poco più di 800mila calabresi) si è recato alle urne. Un dato in netto calo rispetto alle precedenti tornate elettorali: erano stati circa 1 milione e 200mila (il 59,27%) gli elettori a esprimere la propria preferenza in occasione delle regionali del 28 marzo 2010; e ben il 64,39% e il 64,64% dei calabresi si era presentato alle urne rispettivamente alle tornate regionali del 2005 e del 2000.
Certamente più confortanti i dati relativi alle elezioni municipali. Nel comune di Rossano, il calo di votanti tra le tornate del 2011 e del 2006 è stato moderato: rispettivamente il 74,36% e il 77,14% dei cittadini avevano manifestato il proprio voto per l’elezione del primo cittadino; quasi nulla a che vedere, in ogni caso, con i circa 19mila votanti (quasi l’80%) espressisi nelle amministrative del 1993. Decisamente più netto il decremento di elettori nel comune di Corigliano fra le elezioni amministrative del 2013 e quelle del 2009: 68,44% contro il 60,18% di votanti alle ultime comunali che hanno visto la vittoria dell’attuale primo cittadino coriglianese. A questi dati, aggiungiamo quello relativo alla tornata del 2006, in cui si erano espressi circa il 70% dei cittadini.
È un problema di credibilità, evidentemente, ma è anche spia di una disaffezione che di certo non si risolve – ed è un problema in meno per le tasche di noi contribuenti – prorogando il voto al lunedì.
Uno stato d’animo preciso che la Politica – quella con la P maiuscola – non dovrebbe affatto trascurare.