Gli atti accaduti l’altra sera a Rossano prima del consiglio sulla sanità, prima di essere catalogati come atti violenti sic et simpliciter, devono essere inquadrati nella situazione generale che vive il nostro territorio e, in maniera più generale, il Paese intero.
La pensa così, Alberto Laise, del coordinamento provinciale di Sinistra Italiana. “L’odio, o meglio, la rabbia – secondo Laise – sono sentimenti che non nascono spontanei. Hanno le proprie ragioni, non sempre giustificabili e non sempre condivisibili, che andrebbero per lo meno comprese, soprattutto se si tratta di “rivolte di popolo”.
Gli atti contro il sindaco di Rossano, il consigliere Calabrò ed il dirigente ASP Giudiceandrea, a cui va la nostra solidarietà, sono certamente non giustificabili. La questione è vissuta drammaticamente da tutto il nostro territorio e, in un clima di sfiducia generale, ogni progetto, ogni possibile soluzione, viene percepita come una promessa elettorale che non verrà mantenuta. E questo avviene perché, fino ad ora, così è sempre stato. L’ospedale unico, Shangri-La e terra promessa che avrebbe dovuto alleviare le nostre sofferenze, è in ritardo di dieci anni. E l’accordo preso con gli amministratori dell’epoca, cioè che nessun ospedale nel frattempo sarebbe stato chiuso, è diventato cartastraccia. Immagino che il consiglio comunale e la presenza di Mario Oliverio fosse attesa con ansia…ma come spesso succede, finita la campagna elettorale, il Presidente s’ammala e si dimentica dell’esistenza della sibaritide. E, ce ne perdoni Pacenza, il sostituto non è la stessa cosa. Ma come fare? Magari iniziando ad assumerci la responsabilità per non aver compreso appieno il senso d’abbandono che vivono i cittadini. Un senso d’abbandono che si manifesta in ogni singola questione, dalla sanità all’accoglienza, dal lavoro ai rapporti con le istituzioni. Ed è una frattura che va guarita anche con l’ascolto. E’ dovere di chi guida un Paese (che sia un comune o l’Italia) ascoltare quello che il popolo ti dice: che siano richieste d’aiuto, suggerimenti e, finanche, gli insulti perché, chi attende mesi per una tac ha il diritto di perdere la pazienza. Dovrebbe essere nostro compito non fargli perdere la speranza.
Ed invece ho come l’impressione – prosegue Laise – che la preoccupazione principale sia, ancora, la spartizione dei posti, l’occupazione delle poltrone e la gestione del potere. E cosa accadrà se a marzo non avverrà la posa della prima pietra dell’ospedale?
Cosa accadrà se qualcuno capirà che – anche ad ospedale finito – i posti letto nella sanità sibarita saranno inferiori a quelli di 10 anni fa? Risponderemo che è “colpa dell’Europa”? Che è colpa dei cittadini che non capiscono qual è il loro bene? Che è colpa dello spread? Che è colpa dell’aver votato no? Non sarebbe il caso di mettersi seduti e discutere, almeno nell’ambito dell’ex centrosinistra, – così conclude Laise – del fallimento di un sistema liberista a cui, il mondo, sta dando una risposta con l’uscita a destra?”