Non abbiamo sentito dal Consiglio nessuna presa di posizione sulla inidoneità ed insufficienza dei locali; sulle modalità ( impossibili ) dello svolgimento delle udienze; sugli orari prolungati che ormai rendono problematico agli avvocati lo svolgimento dell’attività pomeridiana in studio; sui lunghissimi rinvii; sui rapporti con i Magistrati.
E, altresì, non ha mai preso in considerazione la carenza di organico del personale delle Cancellerie; le condizioni in cui i dipendenti, compresi gli Ufficiali giudiziari, sono costretti a lavorare, in violazione delle norme sulla sicurezza ed igiene dei luoghi di lavoro; la commistione tra pratiche correnti ed archivio; i fascicoli poggiati ovunque; quelli che non si trovano.
Ancor meno risulta che abbia elaborato ed avanzato una proposta operativa che – in leale collaborazione tra i vari attori – tendesse quanto meno a limitare i disagi e, quindi, i danni.
Perciò fa impressione constatare che, con insolita solerzia, l’Organo si riunisca per occuparsi di una “segnalazione” del suo Presidente relativa ad un episodio occorso al medesimo e che, anche nella versione di parte e senza conoscere l’altra narrazione, appare di tutta evidenza come un episodio minore, maturato nel contesto sopra delineato, che concede tutte le giustificazioni e le attenuanti a qualche intemperanza di coloro i quali lo vivono, avvocati o personale di cancelleria.
Ed è quindi intollerabile ( oltre che ingiusto e sbagliato ) che si arrivi su ciò ad emanare una delibera in cui – confondendo gli effetti con le cause – si individua e si tenta di colpire un anello, forse quello più debole, di una catena in procinto di spezzarsi, compiendo un’opera di denigrazione generica e generalizzata dei dipendenti; cogliendo persino l’occasione per creare l’apartheid di alcuni, in ragione della loro provenienza.
Lo stato di agitazione, proclamato in perfetta solitudine, merita sicuramente miglior causa e motivi più seri, che – per quanto detto – non mancano.
Perciò se si è consapevoli delle oggettive difficoltà in cui quotidianamente si opera e del fatto che tali difficoltà sono state create ed aggravate da altri, non può che esprimersi (auto)considerazione per la classe forense, ma anche solidarietà e stima per tutto il personale amministrativo del Tribunale di Castrovillari, indistintamente tutto, per l’impegno e la dignità con cui ogni giorno svolge il proprio lavoro in condizioni di grande difficoltà ed a volte addirittura impossibili.
Impegnandosi a ricercare e trovare con esso forme di confronto e collaborazione, nella consapevolezza che ci troviamo su una stessa imbarcazione, sempre più in balia delle onde, che occorre portare in acque più tranquille per evitare il naufragio.
(comunicato fondazione avvocati-Rossano)