Il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Castrovillari, illegittimamente eletto ed altrettanto illegittimamente operante, fin qui non si è posto e non si pone il problema della paralisi di funzionamento del Tribunale che, non a caso, tra tutti i Tribunali d’Italia, da fonte Ministeriale è collocato per inefficienza al posto n. 132 ( su 139 ). Ma, se le cose non cambiano, risulta favorito per conquistare presto la maglia nera di questa speciale classifica.
Non abbiamo sentito dal Consiglio nessuna presa di posizione sulla inidoneità ed insufficienza dei locali; sulle modalità ( impossibili ) dello svolgimento delle udienze; sugli orari prolungati che ormai rendono problematico agli avvocati lo svolgimento dell’attività pomeridiana in studio; sui lunghissimi rinvii; sui rapporti con i Magistrati.
E, altresì, non ha mai preso in considerazione la carenza di organico del personale delle Cancellerie; le condizioni in cui i dipendenti, compresi gli Ufficiali giudiziari, sono costretti a lavorare, in violazione delle norme sulla sicurezza ed igiene dei luoghi di lavoro; la commistione tra pratiche correnti ed archivio; i fascicoli poggiati ovunque; quelli che non si trovano.
Ancor meno risulta che abbia elaborato ed avanzato una proposta operativa che – in leale collaborazione tra i vari attori – tendesse quanto meno a limitare i disagi e, quindi, i danni.
Perciò fa impressione constatare che, con insolita solerzia, l’Organo si riunisca per occuparsi di una “segnalazione” del suo Presidente relativa ad un episodio occorso al medesimo e che, anche nella versione di parte e senza conoscere l’altra narrazione, appare di tutta evidenza come un episodio minore, maturato nel contesto sopra delineato, che concede tutte le giustificazioni e le attenuanti a qualche intemperanza di coloro i quali lo vivono, avvocati o personale di cancelleria.
Ed è quindi intollerabile ( oltre che ingiusto e sbagliato ) che si arrivi su ciò ad emanare una delibera in cui – confondendo gli effetti con le cause – si individua e si tenta di colpire un anello, forse quello più debole, di una catena in procinto di spezzarsi, compiendo un’opera di denigrazione generica e generalizzata dei dipendenti; cogliendo persino l’occasione per creare l’apartheid di alcuni, in ragione della loro provenienza.
Lo stato di agitazione, proclamato in perfetta solitudine, merita sicuramente miglior causa e motivi più seri, che – per quanto detto – non mancano.
Perciò se si è consapevoli delle oggettive difficoltà in cui quotidianamente si opera e del fatto che tali difficoltà sono state create ed aggravate da altri, non può che esprimersi (auto)considerazione per la classe forense, ma anche solidarietà e stima per tutto il personale amministrativo del Tribunale di Castrovillari, indistintamente tutto, per l’impegno e la dignità con cui ogni giorno svolge il proprio lavoro in condizioni di grande difficoltà ed a volte addirittura impossibili.
Impegnandosi a ricercare e trovare con esso forme di confronto e collaborazione, nella consapevolezza che ci troviamo su una stessa imbarcazione, sempre più in balia delle onde, che occorre portare in acque più tranquille per evitare il naufragio.
(comunicato fondazione avvocati-Rossano)