Ballottaggio nell’incertezza. Nel Pd spira aria di scontro tra i candidati contrapposti Francesco Madeo e Giuseppe Tagliaferro chiamati a contendersi la segreteria cittadina. Domani il verdetto che sarà sancito dai 30 delegati (30) eletti al primo turno e così suddivisi: 13 (Tagliaferro), 10 (Madeo), 7 (Cacciola). Voto segreto. Ago della bilancia è l’area riconducibile a Mariolina Cacciola, vicina alle posizioni del Sindaco Flavio Stasi, una cui larga parte dei delegati avrebbe espresso un orientamento a favore del candidato Madeo. Toni distensivi giungono dal neo eletto segretario provinciale Vittorio Pecoraro che appare chiaro e determinato circa la presenza di alcune anomalie che non appartengono alla sola città di Corigliano-Rossano ma sono presenti anche in altre comunità. Il punto da analizzare è la coerenza in alcune realtà: il Pd non può essere contemporaneamente forza di opposizione e di maggioranza, così come accade a Corigliano-Rossano. Secondo Pecoraro «il futuro segretario cittadino dovrà sciogliere questa riserva al fine di dipanare ogni contraddizione». Sul congresso, il massimo rappresentante provinciale si esprime senza ritrarsi: «Non sono entrato nel dibattito né prima né ora. Ogni circolo è libero di determinarsi. Si auspica una convergenza unitaria, ma nessuna voglia di unanimismi di facciata. Tagliaferro e Madeo sono due validi dirigenti, per quanto mi riguarda chiunque vincerà dovrà operare per il bene della città e sarò al fianco di chi guiderà il partito». Senza alcuna difficoltà Pecoraro confessa: «Non ci sono io dietro a eventuali convergenze. Né ci sono strategie protese a lanciare candidature al Parlamento:«Siamo lontani dalle elezioni», chiosa.
Non mancano i riferimenti agli strascichi delle recenti elezioni provinciali che hanno determinato una serie di polemiche per la scelta del sindaco Stasi di candidarsi a presidente della Provincia, la cui decisione, a parere di alcuni, avrebbe determinato la vittoria del centrodestra. «Alle provinciali è successo un fatto molto grave, riferisce Pecoraro, il centrosinistra e gli amministratori progressisti rappresentavano la maggioranza e a causa delle divisioni interne abbiamo regalato a una minoranza (la destra) il governo di un ente». Per Pecoraro una profonda responsabilità ce l’hanno gli «amministratori che sono stati eletti nel Pd, che hanno sempre chiesto ed avuto tanto anche con ruoli importanti, e poi hanno supportato il percorso di Stasi. Che, per quanto mi riguarda, è una figura che non viene da un impegno diretto dal Pd. C’è quindi il rimpianto di non averlo portato sulla piattaforma dei Democrat. Penso, però, che ci sia stata una frattura all’interno del Pd ed è stato quella l’evento più doloroso che ha determinato la sconfitta alle provinciali. Nessun processo a Stasi, quindi, ma è accaduto qualcosa in più». Uno dei punti congressuali è il tema di come il Pd deve porsi nei confronti dell’Amministrazione comunale in carica e qui, Pecoraro, è apparso alquanto disponibile all’ipotesi di aprire una stagione di dialogo e di confronto con l’attuale governo cittadino. Infine, si entra nel merito di una piaga che tocca più o meno un po’ tutti i partiti: gli interessi personali che spesso condizionano elezioni e verdetti. Su questo punto è perentorio il giovane leader: «Le ambizioni personali sono legittime, ma il tempo dei personalismi è finito».