Bandi Ue, Calabria fanalino di coda

Bandi Ue

Bandi Ue, a passo di lumaca. Ancora una volta la Calabria si caratterizza con questa andatura quando si tratta di gestire i fondi europei. E per non smentire questa tradizione – che si perpetra dalla nascita della programmazione comunitaria di sostegno – anche sulla nuova la regione registra fortissimi ritardi. Ad ormai oltre due anni e mezzo dalla programmazione 2014-2020 nella banca dati dell’Osservatorio Il Sole 24 ore-Gruppo Glass (fotografia al 30 settembre) si registra un unico bando. Avviato con una dotazione finanziaria di appena 3,9 milioni di euro. Una performance che pone la Calabria, ovviamente, nei gradini più bassi della classifica italiana per impegno di spesa dei nuovi bandi Ue: penultima.

BANDI UE, CLASSIFICA A RUOLI INVERTITI

Una classifica in cui troneggia viceversa la Lombardia con circa 730 milioni già impegnati per finanziare 33 bandi per lo sviluppo regionale. Come se si giocasse una partita a ruoli invertiti. Una delle regioni più bisognose di risorse non si impegna a recuperare soldi per programmare il proprio futuro, mentre un’altra – decisamente più progredita – brucia le tappe per accaparrarsi più rapidamente possibile ogni euro disponibile finalizzato ad incrementare lo sviluppo del territorio.

D’altronde il dato pubblicato sul Il Sole 24 ore – corretto per la verità dagli ultimi aggiornamenti che informano della pubblicazione complessiva di 9 bandi – non poteva essere diverso visti i ritardi già accumulati in fase di elaborazione e approvazione del Programma operativo regionale 2014-2020. Ricordiamo infatti che la Calabria è stata tra le ultime a tagliare il traguardo. Il Por – sostenuto dai due fondi Fesr e Fse – ha spento da poco una candelina (21 ottobre 2015).
E se dovesse essere rispettata anche la tradizione nella modalità di gestione dei bandi – tra ritardi nel varo, rettifiche e chiusura delle graduatorie spesso trascorrono anni – per la Calabria non ci sarebbe molto da sperare per utilizzare al meglio le risorse della programmazione comunitaria.

In gioco diversi milioni di euro, ma prevale la lentezza

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