Calabria. Ambiente, presentata ricerca sui 14 siti marini comunitari | VIDEO

«Questa ricerca è un modo per far capire all’Europa che cos’è la Calabria e creare maggiore consapevolezza. Proporre il turismo in questa regione è strettamente collegato alla necessità di proteggere l’ambiente e il mare prima di tutto».

È quanto ha dichiarato l’assessore all’Ambiente della Giunta regionale, Sergio De Caprio, nel giorno della della presentazione – che si è svolta stamattina nella sala Verde della Cittadella “Jole Santelli” di Catanzaro – dei risultati del progetto Sic-Carlit, assegnato dalla Regione all’Arpacal, che riguarda 14 Siti di importanza comunitaria (Sic) marini della Calabria.

È stata anche presentata “Claudia”, l’innovativa stella marina digitale rossa, strumento di divulgazione della conoscenza ambientale che sarà diffuso partendo dai Comuni che ospitano i Sic in Calabria. All’incontro hanno preso parte il direttore generale dell’Arpacal, Domenico Pappaterra, il dirigente del settore Parchi e aree naturali della Regione, Giovanni Aramini, il direttore del Centro regionale di strategia marina dell’Arpacal, Emilio Cellini, e il professor Pierfrancesco Rende, in rappresentanza dell’Ispra.

«Questo progetto – ha aggiunto De Caprio – è arricchito dalla stella marina “Claudia”, una tecnologia avanzata realizzata dall’Arpacal, in collaborazione con l’Ispra e le Università della Calabria. Si tratta di un percorso virtuale in 3D dei 14 siti marini di interesse comunitario, fiore all’occhiello del Parco marino della Calabria».

PAPPATERRA: «CALABRIA PROTAGONISTA»

«È una giornata particolare per la Calabria perché – ha affermato Pappaterra – presentiamo i risultati di una ricerca straordinaria, realizzata nel solco del programma operativo sulla strategia marina, che deriva da una direttiva europea e da una legge nazionale».

«La Calabria – ha proseguito – è stata protagonista, mettendo in campo un’azione di coordinamento di tutta l’area ionica del bacino del Mediterraneo, così come la Regione Liguria è capofila per l’area tirrenica e l’Emilia Romagna per quella adriatica. Con le professionalità messe in campo, siamo riusciti a costruire non solo le attività istituzionali di monitoraggio, previste dalla direttiva, ma, attraverso questo progetto, fortemente sostenuto dalla Regione Calabria e dall’assessorato all’Ambiente, abbiamo messo in campo delle ricerche molto importanti, che hanno dato vita a un sistema multimediale, la stella marina “Claudia”, all’interno del quale ognuno potrà esplorare e vivere il nostro mare e conoscere a fondo la sua biodiversità».

ARAMINI: «AVANGUARDIA SCIENTIFICA»

«Ringrazio Arpacal – ha sottolineato Aramini – per il grande contributo dato. Il progetto si colloca all’interno di una strategia regionale. I siti calabresi, in totale, sono 178. Oggi si tratta di un approfondimento che ci porta all’avanguardia dal punto di vista scientifico nel panorama nazionale».

I SIC COINVOLTI

I Siti di importanza comunitaria (Sic) marini della Calabria coinvolti nel progetto sono i fondali di Isola di Dino- Capo Scalea, Isola di Cirella-Diamante, Capo Tirone, Scogli di Isca, Pizzo Calabro, Capo Cozzo-S.Irene, Capo Vaticano, Scilla, Punta Pezzo a Capo dell’Armi, Stalettì, da Crotone a Le Castella, Gabella, Crosia-Pietrapaola-Cariati e la Secca di Amendolara.

LA RICERCA

La ricerca presentata oggi è frutto di un programma intenso, svolto in 36 mesi di lavoro, con attività su 14 siti Sic calabresi, che hanno visto impegnati più di 40 esperti che hanno monitorato e acquisito dati, con strumentazione specialistica e con la nave oceanografica “Astrea”, per 535 miglia nautiche di linee, 990 km circa, elaborazioni e analisi di immagini satellitari ad alta risoluzione, immersioni subacquee e prelievi di fasci fogliari per la valutazione della condizione dell’habitat prioritario di Posidonia oceanica.

METODOLOGIE INNOVATIVE

I tecnici e gli esperti del Centro di strategia marina dell’Arpacal hanno acquisito, per i 14 Sic marini, attraverso campagne di monitoraggio specifiche, tutte le informazioni di carattere “biologico” con restituzione di cartografie biocenotiche, utilizzando metodologie innovative e strumentazione ausiliarie come il sottomarino a comando remoto (Rov), Sonde multiparametriche e il Multibeam echosounder, ecoscandaglio utilizzato per mappare il fondale marino (Comunicato stampa).

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