Produttori alzano la voce contro il costo di produzione, l’importazione selvaggia e il monopolio delle multinazionali, chiedendo azioni concrete e maggiore tutela governativa – La Calabria è attualmente al centro di una significativa ondata di proteste, con il mondo agricolo che scende in piazza in varie città, tra cui Castrovillari, Lamezia e Crotone. I presidi stanno segnando un netto rifiuto alle speculazioni, alle imposizioni europee e alle politiche ambientali “Green”.
A Castrovillari, la manifestazione si sta tenendo in piazza Campoverde (Osas), dove trattori e agricoltori si sono radunati per esprimere le loro preoccupazioni. Molti agricoltori sono partiti dalla Sibaritide. La protesta vede la partecipazione attiva del “Coordinamento dei Produttori Ortofrutticoli Italiani” (Il Copoi), con a capo la presidente nazionale Rosa Silvana Abate. che vedono la partecipazione di agricoltori provenienti anche dalla Sibaritide,Tra i punti chiave delle rivendicazioni avanzate dai manifestanti spiccano il costo di produzione, con molti produttori che si sentono vessati dalle attuali condizioni economiche. La lotta alle importazioni selvagge e agli abusi bancari è un altro tema dominante, con gli agricoltori che chiedono maggiori protezioni per il settore.
Il monopolio delle multinazionali nell’ambito agricolo, le tasse e le accise rappresentano ulteriori sfide denunciate dai manifestanti. La protesta non si limita solo a difendere gli interessi degli agricoltori, ma si estende a sostenere i lavoratori, le imprese, i professionisti e i balneari, tutti colpiti in varie forme dalle attuali dinamiche economiche.
Gli agricoltori esprimono anche la loro frustrazione nei confronti dell’inattivismo degli apparati governativi rispetto agli attacchi alle produzioni locali. La richiesta è chiara: una maggiore attenzione e azione da parte delle autorità per proteggere il tessuto economico e sociale della regione.
Mentre la situazione evolve, la Calabria continua a essere il palcoscenico di una protesta agricola che va oltre i confini delle campagne, coinvolgendo varie fasce della popolazione. La speranza dei manifestanti è che le loro voci vengano ascoltate e che si trovino soluzioni concrete per affrontare le sfide che minacciano la sostenibilità e la prosperità del settore agricolo e dell’intera comunità calabrese.