È, questa, la sfida del glocale, quella che si gioca anzi tutto a casa propria, attraverso il potenziamento senza precedenti della comunicazione interna, dell’off-line (a patire dal rifacimento di tutta la segnaletica turistica), ma che si vincerà fuori dai nostri confini, esportando l’immagine di una terra rimasta di fatto inesplorata.
Ed è per questa precisa motivazione che Calabria Straordinaria è non soltanto un programma-quadro destinato a guidare nei prossimi anni tutta la progettazione turistica regionale ma è anche un programma politico, nel senso più laico e aperto del termine; è, infatti, un appello all’azione ed alla mobilitazione di quanti, in tutte e cinque le province calabresi, vogliono e possono riprendersi con orgoglio e non col cappello in mano la Terra dei Padri, rimettendo in gioco tutta quella forza alternativa e capacità autonoma di sviluppo, tutta quella grande bellezza e quella prospettiva di crescita, duratura e sostenibile, che fino ad oggi, incastrati negli scherzi e nella dinamiche della Storia dei vincitori, abbiamo barattato con visioni e modelli che hanno lasciato solo macerie, cicatrici, rassegnazione e tristezza.
Calabria Straordinaria vuole parlare un’altra lingua: quella del ritorno manageriale nella nostra terra delle nuove generazioni che si sono formate altrove e che oggi vedono tanta ricchezza nei nostri territori; quella di chi non è mai partito o è già ritornato o vuole ritornare, per resistere ed innovare e perché sa di poter vincere con ciò che abbiamo e con ciò che siamo; quella di chi non ha paura di sorridere perché ci siamo scocciati di pianti, lacrime e di una immagine sconsolata di una terra vittima di stereotipi e pregiudizi.
Calabria Straordinaria vuole parlare la lingua di chi è disposto a mettersi in gioco, oggi, in qualsiasi ruolo e con qualsiasi iniziativa, per dimostrare anzi tutto a se stesso – prendo a prestito le belle parole del grande sociologo del Pensiero Meridiano – che “il Sud non deve essere considerato come un non-ancora nord”. E che “bisogna interrompere la lunga sequenza in cui il Sud è stato pensato come oggetto da altri. Il Sud ha in sé la sua completezza, non costituisce uno stadio imperfetto ed incompiuto dello sviluppo, ma un altro sguardo, che mira a custodire un’autonomia rispetto al mondo sviluppato. Non bisogna pensare il Sud alla luce della modernità ma al contrario pensare la modernità alla luce del Sud”.
È con questa luce e con questo sorriso che, insieme a tutti gli stakeholder dell’incoming che abbiamo iniziato ad incontrare col primo forum ospitato nei giorni scorsi nell’oasi Barbieri ad Altomonte, vogliamo riscrivere lo storytelling turistico della Calabria; uno racconto inedito, costruito con la mappatura, la promozione e la valorizzazione, interna ed esterna, turistica ed economica, di tutto ciò che, questa terra dispone e può condividere col mondo, in aggiunta a mare, laghi, montagna, spiagge, colline e borghi storici. Mi riferisco ai Marcatori Identitari Distintivi (MID).
Con questa ambizione, che è di sostanziale superamento dei cliché turistico-paesaggistici della letteratura di settore e delle relative politiche pubbliche messe in campo fino ad oggi, procederemo, attraverso il contributo di tutti, alla progressiva riscrittura e comunicazione interna/esterna dell’appeal distintivo regionale, attraverso il racconto inedito di una Calabria emozionale e di fatto inesplorata; una narrazione finalmente unitario, coerente e senza precedenti, rigorosamente basato sull’attività di ricerca, sulla messa in rete e sulla capitalizzazione di un patrimonio regionale, fatto di MID e di Eventi Identitari Distintivi (EID), oggettivamente straordinario, fruibile e vendibile 365 giorni l’anno ed a diversi target di viaggiatori internazionali (corrispondenti ai diversi turismi) fino ad oggi mai o non intercettati in modo strategico e sistematico.
Ma che cos’è un Marcatore Identitario Distintivo? In base all’analisi sperimentale ed al modello che vogliamo condividere con tutti i calabresi e promuovere su scala nazionale è quell’elemento che dal punto di vista storico, culturale, paesaggistico, agroalimentare, antropologico, etc. è riconducibile ad un determinato territorio, non necessariamente in modo immediato né preponderante, ma che dal punto di vista comparativo può essere considerato e definito unico nel suo genere, secondo i criteri interpretativi già utilizzati dall’UNESCO per la valutazione e selezione dei siti patrimonio dell’umanità. Un esempio che ha fatto scuola? I Sassi di Matera.
Perché di albe e tramonti che incendiano l’orizzonte, di campanili posti in cima a borghi arroccati sulle colline e nell’entroterra, di spiagge chilometriche e pareti rocciose a picco sul mare, così come di scogli affascinanti, preziosi giacimenti archeologici e skyline disegnati dalle cime delle montagne e da paesaggi mozzafiato, diversi per natura e forma, sono sicuramente pieni la penisola del Bel Paese e il Mediterraneo, ma anche, il resto d’Europa ed il mondo intero.
Anche la penisola calabrese ha tutto ciò e lo custodisce anche tutto insieme. Ma la Calabria ha anche di più, qualcosa che altrove nel mondo non c’è, in nessuna forma, come ad esempio, il Teorema di Pitagora, nato a Crotone; i Bronzi di Riace; la Mano del Diavolo a Pentedattilo; l’Elefante di Pietra a Campana; Gioacchino da Fiore; Luigi Lilio l’inventore del Calendario Gregoriano; il Bos Primigenius a Papasidero; la Sacra Spina di Cristo ad Umbriatico; il Codex Purpureus Rossanensis; il Cedro Diamante delle sacre scritture; Cecilia Faragò di Soveria Simeri, ultima donna processata per stregoneria; il Calabriano, ovvero il secondo dei quattro piani in cui è suddiviso il Pleistocene, così definito dalla letteratura scientifica perché osservabile nel solo sito di interesse geologico di Vrica nel territorio di Crotone; il misterioso Tesoro di Alarico, il Tritone Alpino Calabrese e tanti, tanti altri. Perché la Carta dei 100 Marcatori Identitari Distintivi che iniziamo oggi a costruire rappresenterà un punto di ripartenza. Siamo al primo stadio di una vera e propria rivoluzione copernicana nell’approccio non solo pubblico ma della stessa iniziativa privata all’investimento turistico. È un progetto che ci accompagnerà nei prossimi anni e che riusciremo a portare avanti solo con il contributo di tutti i calabresi, quelli rimasti nella Terra dei Padri e quelli che da qui al 2023-2024 dobbiamo prepararci ad accogliere da tutto il mondo (Comunicato stampa).