Il Consorzio di Bonifica della Calabria ha avviato una serie di controlli rigorosi volti a verificare la regolarità dei pagamenti dei produttori agricoli della regione e a contrastare eventuali abusi nell’utilizzo delle risorse idriche. L’iniziativa prevede, tra le altre misure, il sigillo e il blocco dell’attività di irrigazione per le aziende agricole che risultano morose o che si avvalgono illegalmente del servizio senza versare i tributi dovuti. L’azione del Consorzio ha suscitato reazioni diverse nel settore agricolo, ma trova il sostegno del Presidente della Coldiretti Calabria, Franco Aceto, che in un’intervista ha dichiarato: «Io credo che sia una iniziativa che rientra nelle attività normali. Così come in tutti i campi, quando un ente o un altro soggetto eroga un servizio, è necessario che ogni cittadino contribuisca con quelle che sono le tariffe». Aceto ha sottolineato l’importanza di garantire un servizio efficiente e puntuale, rimarcando che, nonostante le difficoltà, il Consorzio ha svolto un buon lavoro su gran parte del territorio calabrese: «Ad oggi ritengo che in tutto il territorio calabrese, dove la risorsa idrica è presente, per quanto riguarda il Consorzio tale servizio è erogato con dovuta attenzione, con dovuta manutenzione, con dovuta riparazione». L’iniziativa del Consorzio, tuttavia, non è esente da critiche, soprattutto in un momento di siccità che sta mettendo a dura prova l’agricoltura regionale.
Aceto difende le misure del Consorzio contro abusivi e morosi
L’applicazione di provvedimenti rigidi come il blocco dell’irrigazione potrebbe apparire eccessiva, ma Aceto precisa che le decisioni verranno prese con la dovuta ragionevolezza: «Se un’azienda è impossibilitata nel poter pagare immediatamente il tributo dovuto, ci sono anche dei piani di rateizzazione che si possono chiedere sicuramente puntualmente». Il Presidente della Coldiretti Calabria ha evidenziato come sia necessario colpire con fermezza le situazioni di abuso, che generano concorrenza sleale e danneggiano le aziende in regola: «Non vedo perché alcune aziende dichiarano tutti gli ettari che irrigano e pagano puntualmente, altre invece debbano autobeneficiarsi di qualcosa. Poi questo diventa anche concorrenza sleale nei confronti di chi invece paga regolarmente». Una delle questioni più controverse riguarda la proliferazione dei pozzi privati, che alcuni agricoltori utilizzano per ovviare a eventuali interruzioni nel servizio idrico consortile. Su questo punto, Aceto ha precisato che la presenza dei pozzi è spesso una misura di sicurezza adottata dagli agricoltori per evitare danni irreparabili alla produzione in caso di carenze idriche: «Molto spesso la presenza di pozzi è venuta come eventuale precauzione o come elemento di assicurazione del proprio lavoro rispetto a una mancanza di acqua che può venire anche per due o tre giorni. C’è da considerare che nel settore ortofrutticolo, se manca l’acqua per due giorni, si va a compromettere l’intero lavoro e produzione di un anno intero». Infine, Aceto ha ribadito la necessità di una gestione equilibrata e trasparente delle risorse idriche, assicurando che Coldiretti continuerà a lavorare al fianco del Consorzio per trovare soluzioni che tengano conto delle esigenze di tutti gli agricoltori, garantendo al contempo la sostenibilità e l’equità del sistema.