«Il ministero degli Esteri si attivi quanto prima per dare una risposta chiara alla famiglia Romano, dopo 44 anni di silenzi sulla cosiddetta “pista araba”». È la richiesta avanzata dal deputato Francesco Sapia (L’Alternativa C’è), che ha presentato un’interrogazione sul caso del piccolo Mauro Romano, scomparso all’età di 6 anni nel lontano 1977 nel piccolo paesino di Racale (Lecce) e mai più ritrovato.
«Del caso si è parlato alquanto sui giornali e in televisione – spiega Sapia – ma un libro appena uscito, scritto da Flavia Piccinni e Carmine Gazzanni (“Storia di una scomparsa”), ricostruisce per la prima volta tutto quello che è successo nel corso di questi 44 anni, svelando con documenti esclusivi anche responsabilità istituzionali, in merito a una presunta “pista araba” mai indagata a dovere». «La rete istituzionale – commenta ancora il deputato – indagò maldestramente nel 2008 sulla presunta somiglianza tra Mauro Romano e il figlio di un magnate arabo. Nella relazione dell’allora Console, come rivelano Gazzanni e Piccinni, si legge come “mettere in dubbio in qualche modo la parola del signor Khalaf Ahmed Al Habtoor (questo il nome del magnate arabo, ndr) e sollecitare prove ulteriori di quanto da lui affermato potrebbe essere accolto come un gesto di estrema indelicatezza e forse anche offensivo”. Da allora nessun altro tentativo è stato fatto, quantomeno chiarificatore, su tale presunta somiglianza».
«Per questa ragione – conclude ancora Sapia – ho chiesto al ministro “se non ritenga opportuno oggi, a distanza di 44 anni dalla scomparsa, adottare iniziative tramite la rete diplomatica al fine di favorire un incontro, lontano dalle telecamere, delle famiglie Romano e Al Habtoor”, al fine anche di fugare ogni dubbio sulla presunta somiglianza. Sarebbe un atto dovuto, dopo un silenzio lungo 44 anni, nei confronti di una famiglia che non ha mai smesso di cercare la verità».
Comunicato stampa