Caso Russo-Lucisano, una nuova replica del primo cittadino di Crosia diffusa oggi (28 gennaio) risponde alle dichiarazioni rilasciate ieri dall’ex consigliere comunale di Rossano relativamente alla sua posizione rispetto alla carica occupata nell’ente Provincia.
«Se uno Statuto valesse più della Legge allora saremmo tutti Legislatori! – si legge nel comunicato -. Uno Statuto non può colmare un eventuale vuoto normativo, che, nel caso specifico, non sussiste. E mi riferisco alla Legge n. 56/2014 Delrio che nel penultimo capoverso del comma 69 dell’art. 1 stabilisce chiaramente che “la cessazione dalla carica comunale comporta la decadenza da consigliere provinciale”. Che cosa c’è da interpretare? Non è necessario essere addetti ai lavori per comprendere una normativa così chiara e trasparente!
Non posso che rimanere interdetto davanti a inesattezze e accuse, rivolte non soltanto alla mia persona ma anche al ruolo Istituzionale che ricopro e per il quale rappresento una cittadina di 10mila abitanti, ma anche il comprensorio, ben compatto e solidale, della Valle del Trionto e del Basso Jonio. Innanzitutto perché, essendo Sindaco da circa un anno e mezzo sono ben lontano, come invece mi si accusa, da qualsivoglia campagne elettorali. Piuttosto mi sembra proprio – e anche in questo caso non credo di poter essere smentito – che sia proprio l’ex consigliere comunale Lucisano che si stia apprestando nuovamente a concorrere per sedere ancora tra gli scranni del civico consesso rossanese!
E poi perché – continua Russo – se anche si volesse far riferimento al “salvagente” dello Statuto Provinciale (ultimo coma dell’art. 7), a dispetto della Legge Delrio, il quale indica che “in caso di scioglimento anticipato del consiglio comunale di cui il consigliere o il sindaco eletto fa parte, perdura la carica di consigliere provinciale fino alle nuove elezioni”, bisogna comunque tener conto del fatto che lo stesso Lucisano non è stato “vittima” di uno scioglimento anticipato del Consiglio comunale, bensì artefice, avendo rassegnato consapevolmente le proprie dimissioni, dunque con effetto immediato di decadenza dalla carica.
Se davvero si verificasse la singolarità di far prevalere uno Statuto provinciale su una Legge che non ha alcun vuoto normativo, come qualcuno sta cercando di far credere, saremmo in presenza di un paradosso che porterebbe ad un precedente pericoloso e sconsigliabile per il quale tutti gli Enti locali potrebbero modificare i propri Statuti anche contro la Legge ».