Il sindaco di Cassano all’Ionio, Gianni Papasso, ha presieduto la cerimonia di consegna dei lavori per la ristrutturazione della villa confiscata al clan dei Forastefano. Un immobile che, grazie a un finanziamento di 700.000 euro ottenuto con il PNRR, diventerà un centro “Dopo di Noi”, destinato a sostenere persone con disabilità quando non potranno più contare sull’assistenza dei propri familiari. «Questa villa rappresenta un segnale importante di come la legalità possa prevalere sull’illegalità – ha dichiarato il sindaco Papasso –. Sin dal primo giorno del mio mandato, ho dichiarato che mi sarei occupato degli ultimi, e questa amministrazione ha dimostrato concretamente il proprio impegno con numerosi interventi nel settore dei servizi sociali. La struttura che sorgerà è un esempio virtuoso di ciò che vogliamo realizzare: uno dei pochissimi centri di questo tipo in Calabria, forse l’unico, sarà ospitato in un bene confiscato alla criminalità organizzata, un patrimonio restituito alla comunità grazie al lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine». La villa, dopo la confisca operata dalla magistratura, era stata assegnata al Comune di Cassano nel 2017, ma per anni era rimasta inutilizzata. «Abbiamo deciso di non lasciarla deperire, cercando un finanziamento per darle nuova vita – ha sottolineato Papasso –. Grazie al PNRR, oggi consegniamo i lavori all’impresa appaltatrice e, entro pochi mesi, Cassano avrà un centro unico nel suo genere, un luogo che non solo aiuterà i più deboli, ma sarà anche un simbolo di legalità e riscatto».
Un territorio in trasformazione
Parlando del significato più ampio della confisca e del recupero del bene, il sindaco ha evidenziato il grande lavoro svolto dalle autorità per liberare il territorio dall’influenza della criminalità organizzata: La Sibaritide è stata per lungo tempo un’area di conflitti tra clan come i Forastefano e gli Abruzzese. Tuttavia, «grazie all’impegno incessante delle forze dell’ordine e della magistratura di Castrovillari e Catanzaro, il territorio sta finalmente respirando un’aria diversa. Le tante inchieste, operazioni e condanne hanno dato nuova speranza alla comunità». Pur riconoscendo i progressi, Papasso ha invitato a non abbassare la guardia: «C’è ancora molto da fare per bonificare definitivamente questa terra, ma siamo sulla strada giusta. Ogni bene confiscato e recuperato rappresenta un passo avanti verso una prospettiva di pace e serenità per i nostri giovani». Il futuro centro “Dopo di Noi” sarà gestito direttamente dal Comune di Cassano, che garantirà il pieno utilizzo e la manutenzione della struttura. «La nostra amministrazione sarà sempre attenta affinché questo bene, simbolo di riscatto, possa diventare un punto di riferimento per i più fragili e un esempio per altre realtà», ha concluso il sindaco. Questo progetto rappresenta un importante segnale di speranza e una testimonianza di come i beni confiscati possano essere trasformati in strumenti di crescita sociale, ridando fiducia a una comunità che merita un futuro di legalità e inclusione.
Il ruolo della Prefettura di Cosenza: tra supporto e monitoraggio
Alla cerimonia, oltre ai vari rappresentanti delle forze dell’ordine, ha preso parte anche Giuseppe Di Martino, capo di gabinetto della Prefettura di Cosenza, che ha sottolineato l’importanza del momento. «È un momento molto significativo, sia dal punto di vista simbolico che concreto – ha dichiarato Di Martino –. Si tratta di un passo fondamentale per riportare un bene confiscato alla criminalità organizzata alla fruizione della collettività. È un segnale virtuoso che spero possa essere replicato in altre circostanze».
Parlando dell’iter per la gestione e il riutilizzo dei beni confiscati, Di Martino ha spiegato: «Ci sono stati di recente interventi normativi per semplificare le procedure e facilitare l’assegnazione di questi beni, anche direttamente agli enti del terzo settore. Come Prefettura, coordiniamo il nucleo di supporto logistico per la consegna di questi beni e collaboriamo con l’Agenzia per i beni confiscati per monitorare il loro utilizzo. Sebbene in provincia di Cosenza non ci siano moltissimi beni confiscati rispetto ad altre province calabresi, il monitoraggio è costante per garantire che vengano usati in modo corretto e in linea con gli obiettivi prefissati».