Finiscono dietro le sbarre con l’accusa di concorso in tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso Francesco Faillace, 39 anni, Leonardo Abbruzzese, 37 anni, e Francesco Genovese di 35 anni, a cui l’antimafia contesta il tentativo di chiedere il “pizzo” all’impresa Sposato, per ottenere in cambio la solita protezione che viene garantita alle vittime.
Secondo quanto emerge, i tre avrebbero chiesto un incontro all’imprenditore Sposato (la cui azienda fornisce calcestruzzo alle imprese che opera nei cantieri della statale 106) che l’uomo, con coraggio, avrebbe respinto. A seguito di ciò venne dapprima rinvenuta una bottiglia molotov nei pressi del suo cantiere e, successivamente, l’atto più grave del 3 luglio scorso quando vennero date alle fiamme mezzi e macchinari all’interno dell’azienda determinando danni per mezzo milione di euro. Da qui l’intervento dei carabinieri e l’avvio delle indagini.