La società «Sorgenia Spa», che gestisce la centrale del Mercure, ha presentato ricorso al TAR Calabria contro la legge regionale che introduce una drastica riduzione alla potenza dell’impianto, passando da 50 a 10 MW. La normativa, approvata lo scorso novembre, è ritenuta dall’azienda incompatibile con le norme nazionali e fonte di gravi conseguenze economiche.
I promotori del ricorso sostengono che la nuova legge violi anche il principio di tutela ambientale, dato che l’impianto opera all’interno del Parco Nazionale del Pollino con autorizzazioni già rilasciate a livello statale. «Bloccare l’attività della centrale significherebbe compromettere un progetto strategico per il territorio», dichiarano i rappresentanti del Consorzio.
Il caso potrebbe creare un precedente significativo in tema di rapporti tra normativa regionale e legislazione nazionale sulle energie rinnovabili. Intanto, Sorgenia fa appello al Governo e alle istituzioni locali per un confronto che possa salvaguardare gli investimenti già effettuati e il futuro della produzione energetica nella Valle del Mercure.