Una rubrica sui libri. Perché? In questo nostro tempo veloce e senza pause, rallentare è l’unica azione possibile per riappropriarci della nostra anima. E lo facciamo con Gemma, docente e grande appassionata di libri di Corigliano-Rossano, che ci aiuta con le sue letture a sgretolare qualche luogo comune del mondo culturale, raccontando in poche parole, ogni domenica, che cosa meriti almeno un’occhiata in libreria. Non perdiamoci i suoi consigli!
A Natale puoi… dirne e farne di tutti i colori! Ce lo ricordano i protagonisti de La malizia del vischio di Kathleen Farrell, datato 1951 e pubblicato ora in Italia da Fazi Editore. In un imprecisato anno del dopoguerra, per tre giorni – vigilia, Natale e Santo Stefano – si riuniscono in una dimora del Sussex, la villetta sulla scogliera della matriarca Rachel e della nipote-badante Bess, i componenti di una famiglia tutt’altro che risolta, i cui panni sporchi da lavare si scopriranno innumerevoli. L’albero, i regali, le cibarie, i brindisi, le decorazioni inutilmente tentano di creare l’atmosfera festiva, la tensione si taglia col coltello sin dalle prime pagine. Si capisce che ci sarà una resa dei conti.
Mentre il mare è in tempesta e il fuoco crepita nel caminetto, entrano in scena, uno ad uno, i parenti (serpenti). Carico di insoddisfazioni e voglia di rivalsa, ciascuno fa le pulci agli altri, in quello che, riga dopo riga, diviene un inarrestabile, talvolta comico talvolta drammatico, tutti contro tutti.
Marion e Adrian sono i figli della nostalgica vedova: lei pensa solo a lavorare e non vede che il marito Thomas smania per lasciarla, lui torna a casa da alcolista dopo un lungo peregrinare. I nipoti Kate, volitiva, Bess, vecchia dentro, e Piers, megalomane, riescono a intrecciare le loro esistenze in una notte che avrebbe fatto invidia ai Borgia! La governante, Mrs Page, allunga i tè con investigazioni e acidi giudizi non richiesti.
Io ci ho provato, ho comprato e affrontato un nuovo libro di Natale, ma il suo prologo non ha proprio il sapore del Bauli! Di buonismo, reale o apparente, questo romanzo è privo. Per dolce, dunque, servo da rileggere il classicone di Dickens: A Christmas Carol. L’avaro Scrooge considera le festività un inutile spreco di denaro: rifiuta di fare un’offerta per i poveri, obbliga a lavorare fino a tardi il suo impiegato, caccia malamente suo nipote, per le strade ha solo parole sgarbate. Durante la notte, nella sua casa fredda e deserta, gli fanno visita i tre fantasmi del Natale e gli mostrano com’era, quanto ha dimenticato e perso per accumulare ricchezze materiali, come vivono e cosa pensano di lui le persone che lo circondano e ciò che lo aspetta in futuro se non cambia. Il vecchio si trasforma, così, in una persona nuova, pervasa da quello spirito natalizio che aveva sempre disprezzato.
Infine, proprio per chi non teme l’indigestione da spirito natalizio, una carrellata di consigliati titoli in tema:
– Natale in casa Cupiello di Eduardo De Filippo;
– Natale a Parigi di Irène Némirovsky;
– Il dono di Natale di Grazia Deledda;
– Il panettone non bastò di Dino Buzzati;
– Sogno di Natale di Luigi Pirandello;
– I racconti di Natale di Louisa May Alcott;
– La notte prima di Natale di Nikolaj Gogol’;
– Un Natale di Truman Capote;
– Il Natale di Poirot di Agatha Christie;
– Caro vecchio Natale di Washington Irving;
– Lo schiaccianoci di Hoffmann;
– Un Natale di Maigret di Georges Simenon;
– Il libro di Natale di Selma Lagerlöf.
Gemma
N.B.: In foto il libro in mano all’ormai immancabile ex alunna Camilla (Frascati).
Gemma GuidoGemma Acri Guido è nata a Cariati e cresciuta a Rossano. Ha poi cambiato casa e paese più volte di quelle in cui si è lasciata tagliare i capelli. |