Trebisacce. Mentre sul futuro del “Chidichimo”, nonostante le attese e le aspettative alimentate dalle false promesse, si addensano nubi sempre più sinistre, c’è un’èquipe di sanitari che, operando in trincea ma con grande dedizione e professionalità, garantisce ai cittadini dell’Alto Jonio tutta una serie di piccoli interventi di Chirurgia Ambulatoriale e di Anestesiologia impedendo così agli utenti di dover affrontare i famigerati viaggi della salute anche per piccole patologie risolvibili in loco. Parliamo dell’èquipe di medici e infermieri che, dotati di indiscussa professionalità e di indiscutibili qualità umane, incarnano quella buona sanità che viene negata ai cittadini dell’Alto Jonio da quando, a partire dal 2010 il “Chidichimo” è stato inopinatamente chiuso. Salendo però a quel quinto piano che ha ospitato per anni il Reparto di Medicina ci si trova dinanzi ad un piccolo miracolo di efficienza nel quale, a dire di tanti pazienti che vi sono passati, si viene accolti con il sorriso e con professionalità non comuni. L’èquipe di sanitari allestita dall’Asp provinciale, composta dai medici-chirurghi Luigi Sommella e Domenico De Santis, dal coordinatore infermieristico Giuseppe Campanella, dall’infermiere professionale Pino Ferraro e dall’operatrice socio-sanitaria Francesca Lista, quest’anno ha effettuato ben 650 micro-interventi, a fronte dei 511 dello scorso anno, risultando essere la prima della provincia di Cosenza. Un grazie particolare ai succitati medici che, grazie allo spirito di abnegazione, sono riusciti a creare uno staff di prim’ordine, capace di offrire un servizio ottimale ai pazienti. L’Ambulatorio di Anestesiologia e Rianimazione è invece guidato dalla Dr.ssa Rossella Remedi in collaborazione con le infermiere professionali Filomena Coronello e Domenica Lofrano. L’Ambulatorio di Anestesiologia diretta per anni dalla Dr.ssa Rita Lucia Trinchi che ha raggiunta la legittima quiescenza, come è noto garantisce consulenza anestesiologica, assistenza alla Sala-Tac attraverso l’utilizzo di mezzi di contrasto e inoltre terapia del dolore a cura della dr.ssa Natalia Caravona, Neurologa presso l’ospedale di Rossano, terapia infusionale, terapia marziale, lavaggio “port-a-cath” e Picc, Spirometrie, Ega (Emogas-analisi) e nei mesi che vanno da aprile a novembre ha effettuato oltre 500 prestazioni. Siccome l’Alto Jonio è vittima predestinata solo di mala-sanità, nelle more che prima o poi la musica cambi in meglio, è giusto e doveroso evidenziare anche il rovescio della medaglia costituito da professionisti seri e preparati che fanno per intero e con professionalità il proprio dovere evitando a centinaia di pazienti… lo scendere e il salir per le altrui scale e l’emorragia di risorse verso altri presidi sanitari, in particolare della Basilicata e della Puglia. Un argomento, questo, che dovrebbe stare a cuore ai vertici aziendali della nostra sanità che, con le risorse che finiscono fuori provincia e fuori regione si potrebbe facilitare il lavoro di questi bravi professionisti investendo in personale e in attrezzature quali, per esempio, un Gastroscopio e un Colonscopio ed altre attrezzature necessarie per agevolare il lavoro di questi bravi professionisti.
Pino La Rocca