Chiuso l’Ambulatorio di Anestesia al Chidichimo: Protestano i pazienti oncologici

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TREBISACCE Mentre si continua a sognare la riapertura dell’Ospedale, ora solennemente annunciata anche dal Presidente Occhiuto, l’Alto Jonio si è impoverito di un altro pezzo importante di sanità a cui, si spera, possa essere posto rimedio al più presto. Il 21 gennaio scorso, è andata infatti in pensione la Dr.ssa Rita Lucia Trinchi, l’ultima degli Anestesisti che hanno prestato servizio per lunghi anni presso il “Chidichimo”.

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Poi, ad uno ad uno, per legittime ragioni anagrafiche, tutti hanno raggiunto la meritata quiescenza e, da ultimo, la dr.ssa Rita Trinchi distintasi, tra l’altro, anche perché apprezzata Responsabile del Servizio di Terapia della Cefalea. Risultato: nonostante la notizia fosse stata riportata dal nostro giornale già qualche mese addietro, da quella stessa data l’Ambulatorio di Anestesia è ermeticamente chiuso e a niente sono serviti finora le sollecitazione del Sindaco della città Alex Aurelio e del Dirigente f.f. della Direzione Sanitaria dr. Antonio affinchè, vista l’importanza del servizio, si ponesse rimedio al problema così come è stato invece fatto a Praia a Mare dove sarebbe stata sottoscritta apposita Convenzione. Qual è, infatti, la conseguenza? L’assenza di un Anestesista presso il “Chidichimo”, oltre a privare il Pronto Soccorso di una figura importante come quella dell’Anestesista-Rianimatore per fronteggiare l’emergenza-urgenza, presso il presidio sanitario di Trebisacce non si possono più eseguire gran parte delle prestazioni sanitarie erogate negli Ambulatori di Medicina, di Chirurgia, di Oncologia e di Ematologia perché richiedono l’imprescindibile presenza dell’Anestesista: somministrazione del ferro, esami di spirometria, esami di emo-gas-analisi, manutenzione del catetere venoso centrale quali PORT e PICC, essenziali, questi ultimi, in particolare per i pazienti oncologici… Per una qualsiasi indagine clinica che richiede la presenza dell’Anestesista-Rianimatore i cittadini di Trebisacce e di tutte le aree interne dell’Alto Jonio, compresi gli sfortunati pazienti oncologici, devono infatti assoggettarsi ai soliti viaggi della speranza e recarsi a Castrovillari o a Corigliano-Rossano. Da fonti bene informate si apprende che, visto che quella degli Anestesisti è merce rara, pare sia in corso una trattativa tra l’Azienda Sanitaria Provinciale e Anestesisti della zona andati in pensione che avrebbero offerto la propria disponibilità a rientrare in servizio a determinate condizioni, ma la telenovela, a quanto pare, per il momento stenta a decollare e, nel frattempo, aumentano i disagi e cresce di pari passo la rabbia e la protesta delle popolazioni locali che continuano a sentirsi cittadini di serie B, tutti assoggettati alla fiscalità generale, ma tutti emarginati dai cosiddetti LEA, oggi ribattezzati LEP che rappresentano i livelli essenziali delle prestazioni sanitarie.

Pino La Rocca

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