CORIGLIANO ROSSANO. Tra i malesseri più diffusi nella società contemporanea ve ne è uno che negli ultimi tempi ha iniziato a far discutere nel dibattito pubblico occidentale: l’oicofobia. Si tratta un problema sociale, prima che individuale, rimasto a lungo inesplorato, benché si presenti come l’altra faccia della stessa medaglia rispetto alla più nota xenofobia, che è il terrore nei confronti del “diverso”. L’etimologia del termine oicofobia è greca, e deriva da oikos, che vuol dire “casa”, e phobos, “paura”. L’oicofobia è quindi la paura della casa, del privato. Come ogni altra fobia, anch’essa è del tutto ingiustificata dal punto di vista razionale. Se la xenofobia è la paura degli “altri” e, quindi, delle “culture altre”, si può dire, allo stesso modo, che l’oicofobia è la paura del “noi”, del nostro “retaggio”, della nostra “cultura”, della nostra “identità”. Se la xenofobia è in grado di colpire chiunque, indipendentemente dal ceto sociale e dal grado di istruzione delle persone che ne soffrono, l’oicofobia tende a generarsi nelle menti più acculturate, dotate di una certa capacità riflessiva e ideologicamente orientate verso un corpus di ideali universalisti, materialisti e naturalisti.
È quanto sostiene Spartaco Pupo, Professore di Storia delle dottrine politiche all’Università della Calabria, famoso studioso di David Hume di cui ha tradotto tutti i suoi scritti politici nella prima edizione italiana integrale (Libertà e moderazione. Scritti politici, 2016), autore dell’ultimo OICOFOBIA – il ripudio della nazione e protagonista dell’atteso appuntamento finale estivo della rassegna estiva di Amarelli Estate al Museo 2023.
Il confronto è programmato per venerdì 25 agosto alle ore 18.30 nell’Auditorium Alessandro Amarelli. Insieme a Pupo si confronteranno sul tema dalle declinazioni e dai risvolti diversi, il comunicatore strategico e lobbista Lenin Montesanto direttore dell’associazione europea Otto Torri sullo Jonio partner dell’evento e che alla questione ha dedicato una serie di eventi nel corso del 25esimo anniversario del sodalizio per tutto il 2022, l’Alfiere del Made in Italy Pina Amarelli, il direttore de l’Eco dello Jonio Marco Le Fosse, Antonello Rispoli dell’Ente Nazionale Microcredito e l’assessore regionale all’agricoltura Gianluca Gallo.
Nella giornata di ieri (lunedì 21) l’Auditorium Amarelli ha invece ospitato la quinta tappa della 22a edizione di Estate al Museo con la presentazione del libro LA MEMORIA E IL FUTURO di Andrea Zaghi che vede tra le 11 esperienze imprenditoriali che hanno fatto la storia del Made In Italy anche la plurisecolare esperienza calabrese. Memoria e futuro, innovazione e tradizione. È lungo questo filo rosso che si sono avvicendati gli interventi dell’incontro, ancora una volta ricco e partecipato: quello di Nicoletta Picchio, giornalista e studiosa, direttrice della collana Bellissima della Luiss; di Pina e Fortunato Amarelli, Presidente del Museo della Liquirizia e Amministratore delegato della Amarelli Srl; di Amelia Cuomo direttore del Museo della Pasta Cuomo, azienda bicentenaria di Gragnano e di Pietro Bitonti, membro e consigliere della giunta esecutiva di Dimore Storiche. L’Oro Nero di Calabria in alluminio partenopeo. È, questo, il capitolo in cui si parla di Amarelli. Le scatolette della liquirizia Amarelli provengono dalla Svizzera, ma la materia prima è alluminio lavorato da un’azienda campana, Laminazione Sottile, leader europeo nella trasformazione dell’alluminio, infinitamente riciclabile ed eco-sostenibile.
Comunicato stampa