Durante la campagna elettorale del 2019, quella che ha portato all’elezione del Primo Sindaco della neonata città di Corigliano-Rossano, pressoché tutti erano concordi nel ritenere che avrebbe dovuto essere un’Amministrazione diversa, un’Amministrazione che avrebbe dovuto favorire il dialogo, coinvolgere gli ordini professionali, fare emergere le idee migliori per portare a compimento il grande progetto della fusione, tra i Comuni di Corigliano Calabro e Rossano.
In molti invocavano una consiliatura costituente, che nel distinguo dei ruoli tra chi ha vinto le elezioni e chi le ha invece perse, avrebbe dovuto dare le fondamenta alla nuova Città.
Nulla di quello auspicato, si è concretizzato, l’Amministrazione guidata dal Primo Sindaco della Città di Corigliano-Rossano, ha lasciato che il processo di fusione procedesse per inerzia.
Dopo tre anni e mezzo, niente si vede di quel percorso che avrebbe dovuto rendere le Comunità di Corigliano e Rossano orgogliose di quel grande passo che il referendum aveva sancito; ognuna delle due Città aveva rinunciato ad un po’ della propria identità per dare vita ad un soggetto che non fosse solo una sommatoria amministrativa, ma un portatore di interessi, di istanze ed anche di speranze di un grande territorio, sempre più spogliato dei principali diritti fondamentali.
Il consiglio comunale, lacerato da guerre intestine alla maggioranza di governo, dopo oltre tre anni dal suo insediamento non è stato ancora in grado di licenziare lo Statuto Comunale, la carta fondamentale dell’Ente, che ne deve regolamentare il funzionamento.
La legge regionale, istitutiva della fusione tra i Comuni di Corigliano Calabro e Rossano, prevedeva espressamente l’istituzione dei Municipi, per favorire una maggiore partecipazione della cittadinanza alla vita politica ed amministrativa della Città. La stessa legge, c.d. legge Graziano, identificava una zona baricentrica tra i due centri, località Insiti, per la realizzazione della Cittadella degli Uffici. Orbene, allo stato attuale località Insiti, in quello che è lo strumento urbanistico (PSA) che questa Amministrazione vorrebbe adottare, è idonea ad ospitare pascoli per capre o insediamenti agricoli. Mentre una cervellotica distribuzione degli uffici sul territorio, produce inevitabilmente disagi ai Cittadini dell’Area Urbana di Corigliano e Rossano.
Le fusioni tra Comuni, sono viste favorevolmente dall’ordinamento legislativo italiano, ecco perché sono destinatarie di trasferimenti straordinari da parte dello Stato, nel caso della fusione di Corigliano-Rossano, vista l’importanza del procedimento, il contributo è pari a due milioni di euro ogni anno per dieci anni. A conti fatti, il nuovo Comune ha già ricevuto sei milioni di euro, sei milioni di euro che non possono e non devono essere investiti per la cosiddetta spesa corrente, ma usati esclusivamente per realizzare il processo di fusione. La domanda naturale che tutti si pongono è: come sono stati spesi questi soldi? Si rendono conto, che gestire a piacimento i fondi per realizzare la fusione equivale a boicottare la stessa fusione?
Un diffuso e pericoloso malcontento serpeggia in tutto il territorio della Città; non vederlo, mettere la testa sotto la sabbia non aiuta nessuno. L’Amministrazione se ne è capace, deve necessariamente inserire tra le sue priorità l’armonizzazione della due aree urbane. Possibile che in oltre tre anni e mezzo non sia stato possibile fare un solo passo in avanti verso la fusione? A partire dallo Stemma, dal nome che si vuole dare a questa Città, possibile che nel quinto anno dell’istituzione del nuovo Comune nessuno, né Sindaco, né assessori, né consiglieri abbiano pensato che forse era il caso di ricordare con solennità un evento che tanto ha inciso sulle vite di tutti noi.
Il Sindaco e la sua Amministrazione devono dare risposte. Devono parlare alla Città e dire cosa hanno in mente per dare finalmente un volto alla nuova Città.
La coalizione di centrodestra, nel richiamare con forza il Sindaco Stasi alle sue responsabilità, nelle sue figure istituzionali, nei suoi rappresentanti locali è sempre a disposizione della Città. Ma non è più possibile indugiare, per mero calcolo di opportunismo politico.
Deve essere chiaro se vi è l’intenzione e la capacità di andare avanti con la fusione, altrimenti il Sindaco Stasi lasci spazio ad altri.
Siamo consapevoli delle difficoltà nell’ordinaria gestione dell’Ente, ma in questa sede non chiediamo nulla al Sindaco, se non dei passi concreti verso la realizzazione della nuova Città.
COMUNICATO STAMPA