COALIZIONE SOCIALE: ASSEMBLEA A ROMA

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«Il 6 e il 7 giugno a Roma si terrà la prima assemblea nazionale della Coalizione Sociale. E’ un ‘appuntamento” da segnare in agenda e che merita attenzione particolare. Potrebbe essere un’occasione importante di ricerca e soprattutto di pratica dal basso che a partire dalle migliaia di vertenze aperte sul territorio o nei luoghi di studio e di lavoro,(come si diceva una volta)possa ripromettersi di attraversare il labirinto delle solitudini ritrovando il disperso filo d’Arianna per un nuovo progetto di società.Le ultime consultazioni elettorali confermano la disaffezione generalizzata degli elettori alla partecipazione democratica. In realtà sia pure in forma latente, ed in alcuni casi,in maniera assolutamente non condivisibile per gli esiti ,la sensibilità popolare percepisce il vuoto democratico teleguidato o peggio vincolato a decisioni esterne alla volontà dei cittadini. Nessun elettore italiano od europeo ha mai votato per la BCE o per il FMI,eppure,come la Grecia insegna,i vincoli posti da questi organismi sono vincolanti per i destini dei popoli. Ed è proprio in loro nome che si è proceduto al taglio di diritti del lavoro e del welfare in Italia,determinando nel contempo una regressione democratica,che a far data dalla legge sui sindaci(L81/93)ha ridisegnato le basi della riproduzione in senso elitario del rapporto tra governanti e governati. Appare ovvia la necessità di condensare in maniera esplicita i rapporti di forza nella società spostate prevalentemente ,per usare la terminologia cara a Podemos,verso l’alto a danno del basso.Le risposte alla crisi di rappresentanza debbono sorgere dal basso rovesciando la piramide che in maniera paradossale viene rievocata anche da tanti che si ripropongono di intervenire sulle storture e disuguaglianze del nostro tempo. L’appuntamento del prossimo fine settimana appare suggestivo proprio nel tentativo dichiarato di non ispirarsi da alcun “leader”bensi nell’affidare la ricomposizione del conflitto alle realtà di lotta r/esistenti sui territori e nei luoghi di elaborazione intellettuale. Una forma di “ritorno”ai primordi anzi ai fondamentali –per usare un termine calcistico-che rimanda alle prime fasi organizzative del movimento operaio,he giova ricordarlo agiva in condizioni ben piu’ complesse.La stessa condotta dei “rappresentati”qualsiasi sia la loro collocazione-istituzionale od altro, deve vincolarsi ad una eticità e di relazione capace di segnare persino nei comportamenti individuali il diniego dei compromessi con i disvalori dominanti.Il percorso non puo’ che riguardare da vicino la nostra Terra,ultima in ogni ordine e grado delle statistiche di vita e di lavoro.Unica eccezione la non invidiabile supremazia della piu’ potente organizzazione criminale del pianeta.
Il viadotto (Laino)crollato segna un paradigma eloquente del nostro isolamento fisico e geografico rispetto al resto dell’Europa.Da penisola siamo diventati un’isola.Con il paradossale effetto,in questa ottica positivo, che costringe tutti a ri/guardare la nostra collocazione in un differente ambito relazionale che dal cordone ombelicale alla terra ferma(da un solo lato) ci spinge a ri/vivere la dimensione che piu’ ci è congeniale ovvero il mare .Siamo Terra di scambi ed accoglienza,di narrazioni e contaminazioni che si perdono nella notte dei tempi. Terra d’arte e di culture di saperi carsici che si tramandano e che raccontano ben altra storia rispetto alla regressione cui ci hanno costretti anni di cattivo governo del territorio e delle risorse reali e potenziali.Sembra persino un paradosso inquietante che proprio dal mare giungano le ultime minacce ai nostri equilibri. Tra le altre perle del cosiddetto “Sblocca Italia”c’è l’autorizzazione a trivellare terra e mare per un raggio che da Taranto arriva fino a Crotone. Una violenta ipotesi di colonizzazione che in questi mesi sta trovando forme di resistenza inedite e determinate a non cedere.Ecco un semplice esempio di come si puo’ ripartire “dal basso”rendendo collettiva una lotta allo stato vincolata ad un territorio specifico ma che in realtà è determinata da scelte interessanti una dimensione nazionale ed europea.Su questa strada possono incontrarsi le esperienze di volontariato ed associative che in questi lunghi anni hanno vicariato un welfare inesistente(La Calabria spende per le politiche sociali meno di 1/20 rispetto al Trentino),i giovani che stanno battendosi per il reddito,i movimenti di lotta per la bonifica dell’ambiente(cedi su tutti nave dei veleni e ferriti di zinco) o per la tutela dei paesaggi,i cittadini che si sono opposti allo smantellamento di ogni presidio dello stato sul territorio,dagli ospedali ai tribunali,ai distretti sanitari per giungere alle poche realtà produttive ormai dismesse.Un programma da scrivere e vivere insieme,dal basso ed in profondità,per una ripresa di una generale vertenza Calabria,capace di catturare le migliori energie e le migliori intelligenze verso l’utopica Città del Sole che non ha mai smesso di ispirare le passioni piu’ autentiche della nostra terra.
(COMUNICATO-Angelo Broccolo)

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