La questione, portata davanti al Consiglio di Stato, ora è al vaglio della Corte Costituzionale che dovrà pronunciarsi sulla fondatezza di quanto denunciato dagli stessi.
“Il Bando di Concorso che ha vietato la partecipazione alla procedura di reclutamento a chi invece ne avrebbe i requisiti di ammissione-dichiara il difensore di fiducia Avv. Patrizia Straface– è contrario ai principi costituzionalmente garantiti di uguaglianza e ragionevolezza, di imparzialità e buon andamento della Pubblica Amministrazione, prevedendo un regime ritenuto ingiustificatamente limitativo del diritto di partecipazione. I vizi sollevati contrastano radicalmente con il quadro legislativo di riferimento e con la stessa Carta Costituzionale, stabilendo, ai fini della partecipazione alle procedure di assunzione nella scuola, il requisito dell’abilitazione, senza però subordinare l’obbligatorietà di tale requisito alla circostanza che l’Amministrazione organizzi i corrispondenti corsi abilitanti”.
Nei prossimi giorni dovrebbe arrivare la decisione della Corte di legittimità da cui dipenderanno le sorti lavorative di molti giovani aspiranti insegnanti. (comunicato)