Gianluca Gallo ha pieno titolo e diritto a sedere in Consiglio regionale. La Corte di Cassazione ha chiuso la partita. Con ordinanza depositata in data odierna, la Prima Sezione Civile (Francesco Genovese presidente; Maria Giovanna Sambito, Loredana Nazzicone e Paolo Di Marzio consiglieri; Alberto Pazzi consigliere relatore) ha rigettato il ricorso presentato dall’ex consigliere regionale Giuseppe Graziano contro la sentenza con cui già la Corte d’Appello di Catanzaro ed ancor prima il Tribunale Civile catanzarese avevano acclarato la sua condizione di ineleggibilità per la tardività del collocamento in aspettativa speciale da Primo dirigente e Vicecomandante regionale del Corpo Forestale dello Stato, dichiarandone la decadenza dalla carica in favore di Gallo, quale primo dei non eletti. «Tempo c’è voluto – commenta Gallo – ma alla fine la giustizia s’è espressa in maniera definitiva. E contrariamente a quanto lasciato intendere dai miei avversari in questi anni, è stata ristabilita la verità su un punto essenziale: non si trattava di un cavillo formale, ma di una questione sostanziale». Quella ora cristallizzata, fa notare il capogruppo della Cdl, «proprio nelle motivazioni del provvedimento della Suprema Corte, allorquando ricorda che gli appartenenti alle forze di polizia hanno il dovere di rispettare determinati termini nella presentazione di richiesta di messa in aspettativa non per capriccio, ma per evitare che possano avvalersi delle loro funzioni per conseguire un vantaggio elettorale. E vorrei ricordare agli sbadati che durante la campagna elettorale del 2014 fu Mario Oliverio, prima di perdere la voce e la memoria, a sollevare politicamente la vicenda». Una situazione sulla quale, in punto di diritto, chiara ed inequivocabile è ora la voce della Cassazione, in campo per richiamare il necessario, scrupoloso rispetto delle norme regolanti la materia, «le quali si preoccupano di evitare la contemporaneità dello svolgimento delle funzioni di pubblica sicurezza con l’esercizio del diritto di elettorato passivo – si legge nell’ordinanza – onde far sì che la candidatura non possa essere in alcun modo favorita dallo svolgimento delle funzioni pubbliche». Sottolinea Gallo: «Si chiude finalmente una vicenda strana, come dimostra il fatto che un’ordinanza depositata soltanto oggi in Cancelleria fosse nota ad altri già il 22 Giugno, tanto da darne notizia pubblicamente su facebook. Ringrazio mio padre Francesco Paolo, che come avvocato mi ha assistito in ogni grado del giudizio insieme ad Oreste ed Achille Morcavallo, per aver combattuto insieme a me una battaglia giusta. Con ugual forza ed affetto ringrazio mia moglie ed i miei figli, per la vicinanza ed il sostegno che non mi hanno mai fatto mancare, al pari dei tanti, tantissimi calabresi che in questi anni, anche quando non sedevo in Consiglio, hanno condiviso il progetto politico che stiamo portando avanti per un cambiamento coraggioso, fatto di poche parole e tanto impegno, concretezza e soprattutto testimonianza: la coerenza tra ciò che si afferma e quello che si fa è fondamentale per conservare alla politica ed alle istituzioni la credibilità di cui hanno bisogno».