CORIGLIANO I componenti l’associazione di protezione civile, Le Aquile, denunciano il disinteresse e la disinformazione che gli uffici comunali preposti avrebbero riguardo il piano di assestamento boschivo. “La prima normativa italiana in merito – si legge in una nota delle Aquile – è contemplata nell’art. 130 della legge 30.12.1923, n. 3267, tuttora in vigore, il quale prescrive che i boschi di proprietà comunale e di altri enti pubblici, devono essere utilizzati in conformità ad un piano di assestamento boschivo. Il piano viene elaborato da un tecnico o da un equipe di tecnici forestali (dottori forestali), dietro incarico del comune il quale lo approva con delibera del consiglio comunale. Nel nostro caso – ed è qui la denuncia dell’associazione – il comune di Corigliano, non solo non ha mai redatto un piano di assestamento boschivo, (quello di Rossano è già pronto ed operativo) ma gli uffici competenti non hanno nemmeno contezza della superficie boschiva di proprietà comunale, (come se in casa mia non sapessi dove si trova il bagno o la cucina) : insomma, un vero disastro; sulla base del parametro forestale, si potrebbe impiegare un lavoratore ogni 10 ettari e quindi nel nostro comune, in proporzione alla superficie, per mille ettari di bosco demaniale si possono assumere 100 disoccupati tra operai e potatori, ma anche geometri, muratori, guardiani e guide turistiche. Inoltre la manutenzione del bosco comporta anche la prevenzione degli incendi (di conseguenza un notevole risparmio dovuto al ridotto impiego degli aerei canadair); significa curare l’assetto idrogeologico per prevenire le alluvioni e le frane mediante la pulizia dei torrenti e dei canali di scolo, in un ottica di risanamento generale del territorio. Ed infine ci sarebbe anche un guadagno netto per il comune, derivante dalla vendita della biomassa legnosa secca”.