Fruttano qualcosa in termini economici i beni patrimoniali del comune, oppure creano solo debiti ? E’ la domanda che pone all’esecutivo Geraci il coordinatore del Movimento Centro Storico, Giorgio Luzzi, che interviene su una problematica che assume un valore molto importante soprattutto alla luce delle abbastanza note difficoltà economiche dell’ente. “L’ultimo inventario dei beni immobili patrimoniali e dei beni immobili di uso pubblico per destinazione – afferma Luzzi – entrambi di proprietà del comune risale all’anno 2011. Il comune nel suddetto anno incaricò la ditta Halley Informatica che ne curò il programma dettagliatamente, non certamente gratis a quel tempo. La suddetta società, dopo un accurato lavoro, censì ed indicò sia la denominazione, ubicazione e servizio di ogni immobile, ne trasse una precisa descrizione sommaria con dati catastali e relativi confini, titolo con verbale di consegna e consegnatario, giunse anche a determinarne il valore acquisito ed il valore attuale, oneri annuali, imposte ecc, canoni ecc, determinò anche la rendita annuale, la durata anni, importo, estimo o reddito imponibile, infine ne curò annotazioni ed eventuali ipoteche gravanti sull’immobile. A distanza di cinque anni dalla stesura del programma – afferma mestamente il coordinatore del Movimento Centro storico – niente è cambiato, tutto come prima. Il paradosso è che il comune non ha il titolo di proprietà dei suoi immobili che ne attesti il diritto reale di godimento, ma solo una acquisita possessoria. Può sembrare un paradosso, ma le cose stanno così, per esempio, se io, ho un pezzo di terreno di proprietà del comune o una casa da diversi anni, li ho riqualificati, bonificati, fatte migliorie, non avrò, non dico il possesso, ma mai avrò la proprietà dell’immobile. Esempio lampante di immobili che non sono di proprietà del comune, ma spendiamo ogni anno una fortuna per manutenzione ecc, a quanto pare sono: la scuola Costabile Guidi in Corigliano centro, il Brillia e il quadrato Compagna. La smettano ( i politici) di essere prudenti, acuti per scoprire e prudenti per coprire, non fosse altro anche per rimpinguare eventualmente le casse del comune ed evitare così ulteriori salassi, aumentando ingiustamente i tributi che gravano già abbastanza sulle famiglie di tanti coriglianesi”.
(Fonte: La Provincia)