Ancora una volta la carenza di personale infermieristico ed ausiliario nei vari reparti dell’ospedale Guido Compagna, al centro di una pubblica denuncia del portavoce coriglianese del Movimento 5 Stelle, Francesco Sapia. L’esponente grillino non solo raccoglie quelle che sono le quotidiane lamentele dei cittadini, ma soprattutto ha avuto modo di constatare direttamente lo stato di pericoloso abbandono in cui versa, ormai da tempo, la struttura ospedaliera. “Prosegue inesorabile sul territorio calabrese – afferma in un comunicato stampa l’esponente penta stellato – l’attuazione del piano di distruzione della sanità pubblica. A Corigliano Calabro l’ospedale “Guido Compagna” è prossimo al collasso. La causa principale – secondo Francesco Sapia – è da imputare alla grave carenza di personale infermieristico ed ausiliario. In tutti i reparti si lavora in emergenza, con risorse materiali e umane sempre più limitate. In radiologia – spiega ancora il portavoce del M5S – la carenza di personale è particolarmente grave, al punto che per le ecografie i pazienti vengono spesso dirottati verso l’ospedale di Rossano. Sempre alla struttura rossanese bisogna rivolgersi nelle notti in cui il reparto di chirurgia coriglianese resta privo di personale, a causa della mancanza di medici di turno. Non navigano in situazioni migliori – prosegue nella descrizione Sapia – il Pronto Soccorso e la Psichiatria, sia dal punto di vista strutturale che organizzativo. Mentre l’iter della realizzazione dell’ospedale unico della Sibaritide prosegue a rilento, mentre i dirigenti dell’Asp di Cosenza tacciono, e l’art. 32 della Costituzione viene messo sistematicamente e ripetutamente sotto i piedi, i cittadini sono tristemente costretti a ricorrere a costose prestazioni private, ad emigrare fuori regione, o a rinunciare a curarsi. E nel frattempo – ed è questa l’amara conclusione di Sapia – c’è anche chi continua ad alimentare la guerra fra poveri progettando cervellotici trasferimenti di reparti fra i vicini ospedali di Corigliano e Rossano, non certo con l’obiettivo di migliorare l’offerta sanitaria, ma piuttosto per assecondare le esigenze di dirigenti e personale amministrativo, o peggio ancora seguendo logiche di potere clientelari.