“Nei fatti realmente accaduti – si afferma nella nota – non vi è stato alcun violento pestaggio, tantomeno alcun diverbio tra rivenditori di fiori, legalmente autorizzati a sostare nelle aree predisposte, o agenzie di pompe funebri, nei pressi del cimitero di Rossano, nel comune di Corigliano Rossano, quanto piuttosto una ricostruzione mistificatoria data in pasto alla stampa da altri soggetti, a vario titolo noti alle cronache locali, non aventi alcuna licenza o autorizzazione per svolgere l’attività di rivendita di fiori. In questo caso potremmo parlare di uno smanioso desiderio di mettersi in mostra, di una violenta volontà lesiva e del bisogno patologico di arrecare disturbo e provocare chi, in tutta onestà e a pieno titolo, svolge il suo lavoro a favore dell’intera comunità, giorno e notte. Attività, e ci riferiamo alla rivendita autorizzata di fiori nello spazio adiacente al cimitero di Rossano, fino ad ora svoltasi in assoluta tranquillità e serenità. I fatti narrati nella nota data alle stampe parlano di una querela e mostrano una storia raccontata al contrario con il solo e chiaro scopo di ledere l’immagine di un imprenditore e della sua famiglia e creare scompiglio nella popolazione inducendola ad avere timore nel recarsi in un luogo di eterna pace e silenzio”.