Nato a Corigliano, si è stabilito temporaneamente a Piragineti, dove vive grazie alla compassione di poche anime generose che si sono avvicinate a lui. Tuttavia, la sua vita è oscurata da una profonda depressione e sconforto morale, sentendosi emarginato e trascurato come uno dei tanti “invisibili” che lottano nella precarietà.
Senza il sostegno di queste poche persone, si troverebbe costretto a vivere nella solitudine totale. La Chiesa e la Caritas di Piragineti hanno offerto un rifugio provvisorio, ma affrontare i problemi di salute mentale lo costringe a fare affidamento sui farmaci per cercare di ritrovare una stabilità emotiva. La sua vicenda è segnata da una lunga permanenza in Liguria, dove ha conosciuto la gioia del matrimonio e della paternità. Oggi, però, vive a Piragineti, una zona baricentrica tra Corigliano e Rossano, dove la mancanza di mezzi pubblici lo rende dipendente dagli altri per gli spostamenti. Non potendo guidare né possedere un’automobile, questa limitazione aggiunge ulteriori ostacoli alla sua già precaria situazione di vita.
Le sue condizioni di estrema povertà e indigenza sono state portate all’attenzione delle autorità locali, e recentemente è stata presentata una denuncia presso la polizia municipale. L’uomo accusa l’assistenza sociale di limitarsi a parole senza tradurle in azioni concrete per migliorare la sua situazione e quella di chi si trova in circostanze simili.
La sua storia è un grido di aiuto lanciato dalla periferia della società, una realtà spesso ignorata e dimenticata. Rappresenta una sfida per le istituzioni e per l’intera comunità nel fornire un sostegno reale e tangibile a coloro che vivono ai margini. Una chiamata a garantire un aiuto adeguato ed efficace per affrontare la solitudine e le difficoltà quotidiane