In particolare si parlava di una variante di circa 5 milioni di euro non ammessa nel capitolato che l’amministrazione contestava sul piano della legittimità. E, a distanza di qualche mese il dirigente di settore, decide di revocare il contratto d’appalto in essere tra l’ente pubblico e l’impresa relativo alla manutenzione della rete d’illuminazione pubblica. L’impresa non resta a guardare e decide di ricorrere al Tar, i cui giudici emettono dapprima una sospensiva del provvedimento di revoca per poi licenziare la partita con una pronunzia a favore della società privata anche sul merito. Il comune, a quel punto, si rimette ai giudici del Consiglio di Stato i quali il 4 febbraio scorso, confermano l’orientamento della sentenza di primo grado e condanna alle spese di giudizio l’ente. E, non è da escludere, un’azione risarcitoria da parte dell’impresa.
Prime reazioni politiche: chieste le dimissioni del sindaco Stasi
Forti le prime reazioni politiche. Il movimento Civico e Popolare chiede le dimissioni del sindaco Flavio Stasi. Parla di incapacità politica e di “ennesima figuraccia» i cui effetti ricadranno sui cittadini. «Era il 26 gennaio dello scorso anno quando avvertivamo che, così gestita, la “faccenda” si sarebbe rivelata una spada di Damocle per le tasche dei nostri concittadini, ottenendo dal sindaco Stasi, capo di un’amministrazione che ha ormai inesorabilmente intrapreso il suo declino, la solita dose di arroganza politica, puntualmente smontata alla prova dei fatti. Il politicamente sprovveduto primo cittadino aveva detto di “essere più che sicuro delle procedure adottate dagli Uffici nella sospensione del servizio alla ditta”. Oggi il Consiglio di stato, purtroppo ci ha dato ragione. E i cittadini pagheranno. Per ora le spese processuali. Più in avanti, continua il capogruppo Gino Promenzio, con ogni probabilità, calcolando gli interessi moratori da pagare alla ditta saranno centinaia di migliaia di euro». Il movimentista si sofferma su un aspetto che rischia di aprire una voragine di contenziosi. «Il 4 febbraio ci sarebbe stata l’udienza oggi arrivata a sentenza. L’amministrazione affida diciotto giorni prima a due ditte, le mansioni già previste nel capitolato Spezzano! Un vero capolavoro. Ora, queste ditte, chi dovrà pagarle?».