Nel corso dell’udienza conclusiva il pubblico ministero con riguardo ai reati cosiddetti minori, preso atto nelle more del giudizio, dell’intervenuta prescrizione per alcuni e remissione di querela per gli altri, formulava la richiesta di non doversi procedere, per le suddette motivazioni, mentre, con riguardo all’imputazione gravissima di violenza sessuale e violazione degli obblighi di assistenza familiare, considerando la prova raccolta in dibattimento, sufficiente a confortare l’accusa, concludeva invocando per l’imputato la pena di anni 5 di reclusione.
Di diverso avviso la difesa (rappresentata dall’Avv. Salvatore Mondera e Avv. Andrea Salcina) che contestava la ricostruzione resa dal Procuratore, soffermandosi sull’assoluta mancanza di prove della supposta violenza, per come sostenuto dalla costituita parte civile, evidenziavano le contraddizioni emerse durante il dibattimento ed offrivano all’esame del Collegio documentazione a controprova.
I Giudici del Collegio Penale, in totale accoglimento della tesi difensiva pronunciavano la sentenza assolutoria perché il fatto non sussiste, quindi assolvendo l’imputato dalla grave imputazione contestata.