Lettera aperta al Commissario Straordinario del Comune Corigliano Rossano, Dott. Domenico Bagnato.
Dopo lo scampato pericolo sul tentativo di imporre una centrale a carbone nel nostro territorio, tentativo sostenuto e finanziato da un clan di imprenditori e sindacalisti irresponsabili, si profila l’iniziativa, in fase avanzata, per la realizzazione di un grosso impianto, da 1 MW, per la produzione di energia elettrica da fonte biomassa, nell’area industriale S. Irene (territorio di Rossano).
L’iter procedurale è già in fase avanzata al Dipartimento Sviluppo Economico-Attività Produttive della Regione Calabria, con il coinvolgimento di alcuni Uffici Comunali di Rossano.
Già due Conferenze di Servizio sono state tenute a Catanzaro, negli Uffici del Dipartimento Economico e Attività Produttive, in località Germaneto. La prima in data 12 dicembre 2017, con la partecipazione di funzionari comunali e la seconda in data 22 marzo 2018. Per la prima Conferenza si da atto del comportamento improntato alla correttezza istituzionale dei funzionari del Comune, i quali, per come da verbale, dichiaravano che la pratica, visto trattasi di impianto con potenza superiore ai 500 KWe, doveva essere sottoposta al vaglio del Consiglio Comunale e successiva Deliberazione.
Con la presente e a nome della stragrande maggioranza dei cittadini del territorio, protagonisti della grande battaglia contro la centrale a carbone,si chiede al Dott. Bagnato di sospendere le determinazioni dell’iter procedurale, per il rispetto delle prerogative istituzionali di coinvolgimento del futuro Consiglio Comunale Corigliano Rossano visto trattasi di scelte strategiche che coinvolgono il futuro assetto urbanistico, economico e sociale dell’intero territorio.
Al Dott. Bagnato vogliamo chiedere:
I cittadini devono sapere che le criticità legate alle centrali a biomasse in Italia sono per lo più legate alle normative attualmente in vigore che non regolano in modo chiaro gli aspetti più importanti legati al funzionamento e approvvigionamento di questo tipo di impianti.
Dott. Bagnato, la Città di Rossano vive, ancora oggi, una difficile e tragica realtà di malattie e tumori sulla pelle dei residenti. Centrale ENEL con le sue emissioni e i suoi pannelli in amianto (fortunatamente ora dismessa), le discariche e l’impianto di Bucita con veleni da tutto il Mezzogiorno, discariche abusive in tutte le contrade.
Ora, un impianto a biomasse sarebbe la goccia in più in un vaso già pieno, ben sapendo i rischi sulla tipologia dei materiali che, a volte,vengono bruciati, non sempre al 100% provenienti dalla natura (ad esempio il CSS, Combustibile Solido Secondario, di origine plastica e che rientra fra le biomasse per decreto ministeriale).
Le centrali a biomasse possono bruciare qualsiasi tipo di combustibile secco e purtroppo in molti casi è stato accertato chevenivano inceneriti illegalmente anche altri prodotti (immondizia, plastica, gomma). Inoltre il Decreto Ministeriale (DM 6 luglio 2012 “nuovi incentivi alle rinnovabili”) ha introdotto la possibilità di alimentare le centrali a biomassa anche con Combustibile Solido Secondario (CSS) cioè il rifiuto secco trattato.
Non facciamoci ingannare dal termine “BIO”, che significa vita, questi impianti di vita non ne dispensano affatto. Ci aspettiamo un Suo autorevole intervento. (Comunicato – Pietro Altavilla- Usb)