Obiettivo: produrre qualità. I produttori olivicoli della comunità slow food Magna Graecia – Pollino ne sono più che convinti. Occorre travalicare le frontiere, aprire al mondo, potenziare i sistemi di comunicazione, professionalizzare alcune figure “chiave” della catena produttiva. Sono i punti salienti emersi nel corso della prima edizione della manifestazione “extravergini sotto le stelle”, evento itinerante inaugurato ieri presso la Tenuta Renzo di Corigliano Rossano. «La finalità della comunità Slow food è quella di coinvolgere i produttori che hanno scelto di produrre prodotto di qualità e diffonderlo nei territori,-riferisce Cesare Renzo, produttore e portavoce della comunità Slow food – diffondere l’importanza del valore identitario e, soprattutto, la volontà di mettere nelle condizioni i consumatori nel saper distinguere la qualità da altro». La condotta Magna Grecia- Pollino abbraccia circa 70 comuni, si estende fino alle pendici del Pollino, tutta l’area della Sibaritide e parte del crotonese. 80 i soci della condotta Slow food all’interno della quale ci sono due comunità una per la tutela della cultura Dolce di Rossano (portavoce Cesare Renzo) e la comunità del pisello fulminante, tipologia di piselli presente a Monte Giordano (portavoce Saro Costa). La comunità della Dolce di Rossano e composta da 10 produttori provenienti dall’alto e basso Ionio, dall’Arberia e dalla Sila Greca. Tanti i progetti in cantiere: la realizzazione di un percorso denominato le “strade dell’olio” che sarà collegata al territorio e al cammino Basiliano; e ancora la “strada del vino” e dei “mulini”, il tutto con il coinvolgimento anche del mondo scolastico.
L’importanza dei frantoiani
Comunicazione e promozione, la chiave di svolta
Turismo dell’olio, promozione, comunicazione e informazione è la chiave di svolta dell’intera filiera. «Lo storytelling è di fondamentale importanza, serve ai produttori ma serve a tutti, alla Calabria che sembra sempre arrivare per ultima e ha, invece, tutti gli strumenti per arrivare anche prima. Bisogna, inoltre, fare rete e condivisione», osserva Fabiola Pulieri, giornalista. Cultura ed economia, è un giusto e necessario connubio. L’olio Dolce di Rossano ha una storia antica, è presente sin dal V secolo A.V. sottolinea lo storico Franco Filareto: «Tante volte l’economia ritiene di poter fare a meno della cultura, sbagliando. La cultura è identità, è eccellenza, è storia, è valorizzazione di un territorio». Sono intervenuti infine, Andrea Casaleno, fiduciario della condotta Slow food Magna Grecia-Pollino che ha posto l’accento su un nuovo quadro normativo (concepire un protocollo come per il vino che ha ottenuto il Dogc.) relativamente alla produzione e alla distribuzione in considerazione del fatto che l’olio è uno degli alimenti essenziali della dieta, e Pino Giordano, responsabile della guida Slow food & presidio che si è soffermato sulle caratteristiche del prodotto e delle proprietà organolettiche della Dolce di Rossano.