Tanti i tempi affrontati nel corso della Festa dell’Unità del Partito Democratico a Corigliano Rossano. Un evento di due giorni ricco di dibattiti politici e culturali, che ha visto una buona partecipazione da parte del pubblico. Durante l’evento sono stati affrontati temi di grande rilevanza, come l’autonomia differenziata, il populismo, il ruolo delle donne nella società contemporanea, le problematiche legate alla sanità locale, il futuro della città di Corigliano Rossano. Vi hanno preso parte: Enza Bruno Bossio, direzione nazionale Pd, Rubens Curia, Portavoce Regionale, Giovanni Manoccio, Presidente Associazione Don Vincenzo Matrangolo, Nicola Irto Senatore – Segretario Regionale PD, Teresa Esposito, Portavoce Regionale Democratiche Calabria, Antonio Costabile,docente is Sociologia Politica UNICAL, Francesca Dorato, Segreteria Regionale Pd, Francesco Leonetti, Segreteria Provinciale PD Cosenza, Franz Caruso, Sindaco di Cosenza, il sindaco di Corigliano Rossano Flavio Stasi, Donatella Loprieni Professoressa Istituzioni di Diritto Pubblico Unical, Fernando Pignataro, Segretario Regionale Sl. Il segretario cittadino Francesco Madeo ha tracciato un bilancio positivo della manifestazione: «Mi devo ritenere abbastanza soddisfatto perché abbiamo fatto due giorni di festa dell’unità veramente molto belli, molto partecipati e con dei dibattiti di alto contenuto politico e culturale». Il primo giorno ha visto al centro del dibattito la città di Corigliano Rossano, con la partecipazione del sindaco e dei consiglieri comunali, oltre che di rappresentanti esterni che hanno discusso della sanità, un tema di grande interesse per i cittadini. Madeo ha poi sottolineato il messaggio politico emerso dalle discussioni: «La città di Corigliano Rossano deve andare verso una grande città, si deve fare grande città e deve svolgere quel ruolo nel nostro territorio per cui è nata». Madeo ha ribadito la necessità di miglioramenti concreti: «Completamento dell’ospedale unico, implementazione della medicina territoriale, l’importanza dell’assistenza domiciliare».
Il Pd e la giunta Stasi
Quando gli è stato chiesto delle relazioni tra il PD e l’attuale Giunta Stasi, Madeo ha affrontato il tema dei monogruppi, evidenziando che il PD non è rappresentato nella Giunta attuale. In merito a una possibile partecipazione futura, ha dichiarato: «La nomina della Giunta è una prerogativa del sindaco e questo noi non lo mettiamo in discussione. Certo, ci siamo candidati in questa coalizione per dare il nostro contributo al governo della città. E devo dire la verità, il fatto che siano rimasti fuori i partiti dalla Giunta, almeno a me come segretario del PD, non è che mi sia piaciuto tanto». Madeo ha poi ribadito l’importanza dei partiti e dei movimenti nel governo locale, confermando che il tema sarà al centro dei dibattiti futuri. Riguardo al ruolo del vice sindaco Giovanni Pistoia, ha concluso: «Il vice sindaco Pistoia è sicuramente un uomo di sinistra, ma non appartiene al PD, non è un nostro tesserato». Durante la seconda giornata della Festa dell’Unità del PD è intervenuto anche il capogruppo del PD, Giuseppe Candreva che sollecitato punto ha riferito: «Il sindaco si è riservato tutte le prerogative nella formazione della Giunta. Noi stiamo lavorando bene all’interno di questa maggioranza e siamo molto propositivi. Non mettiamo limiti alla provvidenza, vedremo cosa succederà». Il capogruppo del PD ha poi espresso fiducia riguardo al lavoro della maggioranza, nonostante le voci di dissensi interni: «È una maggioranza nuova, civica e politica. Ci possono essere momenti di assestamento, ma stiamo lavorando in maniera compatta sulla maggior parte dei temi. Non vedo nessun vento di crisi». Infine, parlando del ruolo del sindaco Stasi in eventi fuori dal contesto comunale, Candreva ha commentato: «Il nostro sindaco rappresenta una delle realtà più importanti della regione, quindi è normale che partecipi a eventi del PD con il capogruppo del PD. È un segnale positivo, e io auspico un futuro importante per la nostra città, basato su percorsi collettivi più che personali».
Lotta al populismo
Nel corso della seconda giornata della Festa dell’Unità a Corigliano Rossano, è intervenuto anche il Professore Antonio Costabile, docente di sociologia politica presso il Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali dell’Università della Calabria, con un intervento sul tema del populismo e del civismo, argomenti al centro dei dibattiti politici contemporanei. Secondo Costabile, il populismo rappresenta «un’idea distorta di popolo». Nelle democrazie moderne, costruite nel corso dei secoli, la sovranità popolare si basa su una visione del popolo come un’entità coesa e unitaria, con prospettive storiche e culturali comuni. «Il populismo, invece, poggia su individui isolati che si aggregano intorno a slogan riduttivi, spesso incentrati sull’individuazione di un nemico. E la politica dei nemici non porta da nessuna parte», ha spiegato il professore. In merito alle possibili soluzioni per contrastare il populismo, Costabile ha sottolineato la necessità di «una ripresa etico-politica», che permetta al popolo di riappropriarsi della partecipazione politica e di prendere posizione sui grandi temi, come la sanità pubblica, la giustizia sociale e la libertà. «Non è vero che non esistono più destra e sinistra. Le questioni di fondo sono più vive che mai e discriminano tra chi difende i privilegi e chi, invece, lotta per la solidarietà civile». Costabile ha poi analizzato la natura trasversale del fenomeno: «Il populismo non appartiene a una determinata area politica, ma è trasversale. Possiamo vederlo in formazioni come Podemos in Spagna o il Movimento 5 Stelle in Italia, entrambe espressioni di una crisi della politica che viene ridefinita in favore delle classi sociali egemoni». Sul futuro del populismo, Costabile ha richiamato il pensiero di Gramsci, ribadendo la necessità di essere «pessimisti con la ragione, ma ottimisti con la volontà». Un cambiamento, secondo il professore, può partire dal basso, ma ci deve essere «una maturità nelle classi dirigenti, sensibili alla crescente disuguaglianza sociale». Conclude con un appello ai partiti democratici e alle classi intellettuali, invitandoli ad avere «più coraggio e meno codardia».