Non c’è spazio per mezzi termini: la Via Lussemburgo è diventata un campo minato, un incubo per chiunque si avventuri su di essa. Le accuse non risparmiano la pubblica amministrazione. L’incapacità di affrontare la pericolosità crescente di questa arteria stradale è stata messa sotto i riflettori. Incontri con i vertici comunali? Corrispondenza certificata? Nulla finora ha scalfito la corazza dell’inazione. Uno dei punti di fuoco dell’esposto è la presunta mancanza di certificazioni sul collaudo della strada. Una mancanza di garanzie che ha scatenato dubbi inquietanti sulla sicurezza strutturale e sulla responsabilità delle autorità nell’assicurare standard di sicurezza adeguati. Nonostante il desiderio iniziale di evitare proteste più clamorose come sit-in o blocco stradale, il Comitato spontaneo di Via Lussemburgo ha tirato fuori le unghie.
L’apatia delle istituzioni locali li ha spinti verso azioni più decise, alimentate da una ferma determinazione a far sì che le autorità smettano di eludere il problema. L’esposto, consegnato con l’intento di suonare l’allarme, è diventato un grido di battaglia. È l’incarnazione di una richiesta urgente affinché si metta fine a questa minaccia pendente sulla Via Lussemburgo. La partecipazione attiva dei cittadini dimostra che è giunto il momento di una collaborazione serrata tra le istituzioni e la comunità, affinché la sicurezza pubblica e il benessere generale non siano più trattati con leggerezza.